Un Belvedere senza pari, che va dalle Alpi del Mare alle Langhe dell’Unesco. Ma non c’è solo quello. C’è anche una funicolare che attraversa un bosco urbano, ci sono beni artistici e architettonici, c’è una torre e profilo che sono diventati un simbolo cittadino. Insomma, Mondovì Piazza non è solo un contenitore di siti di pregio: è essa stessa un bene di pregio. Ora anche in senso ufficiale. La scorsa settimana la Giunta regionale ha deliberato, su proposta del vicepresidente Fabio Carosso, la “Dichiarazione di notevole interesse pubblico” per la fascia collinare del rione Piazza di Mondovì, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Una tutela che consentirà di salvaguardare «un’area di valore estetico e che comprende significativi belvederi dai quali si godono ampi e caratteristici panorami».
IDEA NATA DA “ITALIA NOSTRA”
Da oggi Mondovì Piazza è dunque ufficialmente uno dei patrimoni paesaggistici del Piemonte. Il primo “Ok” era già arrivato a gennaio, ma poi sono stati necessari circa 6 mesi per recepire le osservazioni (alcune sono arrivate anche dal Comune di Mondovì) e rispondere. Tutto questo per certificare quello che, in cuor suo, qualunque monregalese ha sempre saputo. Era stata l’Associazione “Italia Nostra”, col pilota di mongolfiere John Aimo in testa (tutt’ora presidente dell’Associazione), a proporre di tutelare Piazza mettendo nero su bianco il suo valore paesaggistico, storico, architettonico, ambientale. L’iter è stato lungo, ma finalmente è completato. Non sfugge, alla Regione, uno dei problemi maggiori del Rione: la presenza di un consistente patrimonio immobiliare dismesso. «Edifici - ci in parte di valenza storica e di rappresentanza, in parte di forte impatto visivo che necessitano di attenti interventi di recupero e valorizzazione ». Ma questa è un’altra storia.
Una tutela che consentirà di salvaguardare «un'area di valore estetico e che comprende significativi belvederi dai quali si godono ampi e caratteristici panorami»
COSA SUCCEDE COL VINCOLO?
«La dichiarazione di notevole interesse pubblico riconosce le valenze storico, culturali, religiose, identitarie e paesaggistiche della fascia collinare del rione Piazza di Mondovì – si legge nel documento –, con particolare riferimento alla percezione visiva consolidata della collina e del profilo dell’abitato storico, alla cinta muraria che protegge il nucleo storico, alla caratteristica configurazione morfologica e d’insieme della fascia collinare nonché all’alternanza di parti libere ed edificate, coltivate o naturali ». Cosa comporta? Molte cose. Innanzitutto si identifica il sito di Mondovì Piazza, anche dal punto di vista geografico, come un “luogo da tutelare” in modo ufficiale. Poi, ed è questa la cosa più importante, si pone tutta una serie di paletti: limiti alle nuove costruzioni o alle ristrutturazioni, agli interventi sul terreno come sbancamenti o livellamenti (fatti salvi ovviamente gli interventi di riassetto idrogeologico). Per esempio: non si potranno abbattere gli alberi lungo via Carboneri, non si potranno asfaltare i vicoli ciottolati, non si potranno piantare mega cartelli pubblicitari che compromettano la fruizione del paesaggio della collina. E ancora: paletti per le installazioni di antenne per la telefonia o altri tipi di infrastrutture simili, per le nuove costruzioni, per interventi edilizi su aree esterne.
SODDISFATTO IL COMUNE
Le osservazioni fatte dal Comune di Mondovì sono state “parzialmente accolte”. L’assessore Sandra Carboni: «Accogliamo con favore la delibera regionale perché porta a compimento un’iniziativa volta a tutelare e valorizzare la nostra bellissima collina di Piazza. Il percorso che ha portato alla formulazione finale del vincolo è stato condiviso con gli uffici regionali ed è stato un momento di proficuo confronto». Respinta invece l’osservazione presentata dall’architetto Lorenzo Mamino, che aveva chiesto di modificare il confine interno del vincolo in maniera da farlo coincidere con le reali presenze delle mura antiche. «Il tessuto edificato del rione Piazza è stato escluso dalla perimetrazione – risponde la Regione – in quanto si è ritenuto fosse già sufficientemente vincolato dalla normativa del Piano regolatore. La muraglia storica non può essere assunta a priori come “elemento di confine” per motivi di chiarezza descrittiva del perimetro».
Ci saranno limiti alle nuove costruZioni o alle ristrutturazioni, agli interventi sul terreno come sbancamenti o livellamenti