Il “World Wetland Day” è una giornata istituita nel 1971, in occasione della convenzione internazionale stabilita a Ramsar in Iran, e dedicata alle aree umide del pianeta. Ambienti con la più elevata ricchezza di specie animali e vegetali, che hanno ruoli essenziali nell’assorbire e immagazzinare carbonio, proteggendoci dai cambiamenti climatici. Il 2 febbraio è stato festeggiato anche alla Riserva naturale Crava- Morozzo, che a tutti gli effetti è una risorsa di questo tipo, per i monregalesi ma anche e soprattutto per piante e animali. Si tratta dell’habitat di questo tipo, di maggiore estensione, collocata in una profonda incisione della pianura cuneese, nei pressi del torrente Pesio e dei corsi d’acqua Brobbio e Pogliola. Il territorio conta 292 ettari di superficie con diversi ambienti all’interno di zone umide, aree agricole, boschi misti della piana alluvionale e anche due bacini idroelettrici, che attraggono specie di uccelli acquatici di passo e ospitano diverse specie nidificanti. In quest’area sono censiti ben otto habitat d’interesse comunitario, con le risorse del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte 2014-2020, con tre significativi interventi. Alla fine del 2019 è stato completato un progetto di perfezionamento ed estensione delle aree umide della Riserva, affiancato da attività di ricerca scientifica. Durante i tre anni del Programma, con opere di ingegneria naturalistica, sono state migliorate le condizioni di uno stagno e di un bosco di ontani. L’habitat è stato riprodotto artificialmente per la prima volta in Piemonte, su una superficie incolta e abbandonata di 9.000 metri quadri. Realizzazione che ha richiesto un lavoro di disbosco e pulizia dell’area particolarmente accurato, prima di prelevare semi di olmo ciliato e ontano nero per poi coltivarli nel vivaio forestale di Gambarello. Parallelamente sono cominciate sperimentazioni di germinazione nel Centro regionale per la biodiversità vegetale “E. Burnat”, con sede nei locali del Parco naturale del Marguareis. Nel nuovo alneto impaludato, realizzato dal Parco, sono state messe a dimora 500 piantine di ontano nero e 250 di olmo cigliato, tutte coltivate a Gambarello. La piantumazione ha previsto accorgimenti adatti a contrastare lo sviluppo di specie invasive esotiche, una delle gravi piaghe che sta colpendo molte delle aree naturali. A decretare il successo di costituzione dell’habitat, definito dalla Direttiva “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior”, è stato il popolamento in brevissimo tempo da parte delle sue varie specie tipiche animali, alcune delle quali classificate di interesse comunitario. Insieme a questo intervento a favore delle aree umide, il Parco, nel 2019, ha portato a termine anche altri due progetti. Il primo, ancora nell’ambito del Programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte, è consistito nel miglioramento dell’habitat della torbiera delle Selle di Carnino (Alta Valle Tanaro) e di un intervento presso le non lontane sorgenti del Colle dei Signori. Il secondo, cofinanziato dal progetto Alcotra CClimaTT (Cambiamenti climatici nel territorio transfrontaliero), ha previsto misure per proteggere dal pascolamento bovino le aree a torbiera del Lago del Vei del Bouc in alta Valle Gesso. Progetti che, oltre a tutelare l’ambiente naturale, hanno un valore scientifico e possono contribuire ad avvantaggiare le attività agropastorali delle zone.
in