Al sociosanitario servirebbero 300 mila mascherine alla settimana: per ora distribuite solo 50 mila

«È di circa 300mila alla settimana il numero di mascherine necessario per il comparto sociosanitario piemontese e, al momento, ne abbiamo distribuite circa 50mila. Da lunedì, grazie a nuove acquisizioni, sarà possibile ricominciare i rifornimenti. La situazione è difficile e in continua evoluzione». Lo ha dichiarato l’assessore regionale al Welfare Chiara Caucino nel corso della seduta odierna della quarta Commissione, presieduta dal presidente Alessandro Stecco.

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Caucino: «Nel corso della Commissione Sanità di oggi ho risposto puntualmente a tutte le istanze relative alle mie deleghe, quindi quelle socio-assistenziali – afferma –. Rispetto alla questione dei tamponi, di competenza strettamente sanitaria, attualmente la Regione sta lavorando ad un protocollo di azioni condiviso per le residenze sanitarie assistenziali. Proprio questa sera, congiuntamente all’assessore alla Sanità, Luigi Icardi e al direttore alla Sanità, Fabio Aimar, abbiamo incontrato i rappresentanti datoriali e domani mattina incontreremo i rappresentanti sindacali degli operatori delle strutture. Per affrontare una situazione così delicata alla quale la Regione dedicherà tutta l’attenzione necessaria, proprio questa sera l’assessore Icardi mi ha comunicato che verrà inserita una rappresentanza dell’Rsa, delle Ra e del Welfare piemontese presso l’Unità di crisi».

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A Ivano Martinetti, intervenuto per il M5s con i consiglieri Francesca Frediani, Sarah Disabato e Giorgio Bertola, l’assessore ha assicurato di aver chiesto alla Giunta regionale «di prevedere strumenti di comunicazione per permettere ai ricoverati di parlare con i propri cari in modo continuativo, soprattutto negli ultimi istanti di vita, in quanto accanto alla sanità è necessario salvaguardare l’umanità». A Carlo Riva Vercellotti (Fi) l’assessore ha assicurato che è in corso «un confronto continuo con cooperative, enti assistenziali e direttori delle strutture per lavorare il più possibile in sinergia», mentre sussistono criticità rispetto al personale delle Rsa «che ha portato a sostituzioni per non interrompere i servizi e renderli il più possibile omogenei su tutto il territorio».

A Domenico Rossi, intervenuto per il Pd con i consiglieri Raffaele Gallo, Daniele Valle e Monica Canalis, l’assessore ha sottolineato che «sarebbe quanto mai necessario un protocollo regionale per l’effettuazione dei tamponi nelle Rsa” e ha specificato che, comunque, “tutti i direttori delle Asl hanno gli strumenti per procedere e agire». L’assessore ha condiviso l’opportunità, evidenziata da Gianluca Gavazza (Lega) e Marco Grimaldi (Luv), di dotare di pulsossimetri i pazienti che presentano sintomi da Covid che potrebbero essere monitorati a distanza consentendo di liberare posti negli ospedali. «È anche indispensabile – ha aggiunto Grimaldi – cominciare a fare i tamponi agli operatori e al personale medico più volte annunciato e non sottovalutare realtà potenzialmente a rischio come i dormitori».

Davide Nicco (Fdi) ha denunciato che alcune Rsa con casi conclamati di coronavirus si trovano in situazioni decisamente critiche e ha avanzato perplessità sui meccanismi di approvvigionamento e di segnalazione di dispositivi per la sicurezza all’Unità di crisi. A Silvio Magliano (Moderati), che ha segnalato la possibilità, contenuta nel decreto “Cura Italia” di prevedere per i Comuni la possibilità di rendere a livello individuale servizi inizialmente previsti per gruppi, l’assessore ha risposto che alcuni sono già stati rimodulati e che l’Assessorato preparerà a breve una circolare in materia.

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