Minori e social media: come prevenire le “challenge” pericolose?

"Save the Children" lancia una serie di video-consigli per genitori e adulti per prevenire i rischi delle sfide estreme online sempre più frequenti anche sotto ai 10 anni 

Scuole per i più piccoli riaperte subito dopo Pasqua?
Scuole per i più piccoli riaperte subito dopo Pasqua?

Minori e social media. I recenti fatti di cronaca hanno messo in evidenza i gravi rischi ai quali sono esposti i minori, spesso giovanissimi, nella loro vita social in rete, in particolare rispetto alle cosiddette sfide o challenge che sono sempre più diffuse sul web e suscitano l'interesse di un numero sempre maggiore di bambine, bambini e adolescenti spesso non consapevoli dei possibili pericoli connessi a queste pratiche.

Per questo Save the Children, l'organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, lancia oggi sui canali social più diffusi un nuovo video incalzante e coinvolgente realizzato dal creator e youtuber Pika Palindromo, L'obiettivo è quello di raggiungere insieme, in modo diretto ed efficace, il maggior numero possibile di genitori e adulti di riferimento per invitarli a giocare un ruolo attivo e positivo con ragazze e ragazzi, bambine e bambini, per prevenire o contenere gli eventuali rischi di conseguenze deleterie.

COSA SONO LE CHALLENGE? LEGGI QUI

Infatti, il ruolo di prevenzione dei genitori e degli adulti di riferimento può essere un fattore chiave se agito nel modo più opportuno. Benché la partecipazione alle sfide online non sia una consuetudine che comporta pericoli di per sé, nel caso in cui le challenge siano estreme e spingano ad atti pericolosi per dimostrare un "presunto" coraggio, mettono concretamente a rischio la salute fisica o psicologica, o l'incolumità dei protagonisti più piccoli.

Minori e social media

Nel video, che richiama in una rapida sequenza le emozioni e i rischi tipici delle challenge estreme, Save the Children propone alcuni suggerimenti pratici per genitori e adulti di riferimento rispetto a come comportarsi con i propri figli:

– Stabilire con loro regole precise sulla vita social, sui tempi di utilizzo e sulla condivisione

– Supportare la gestione dei loro profili social, soprattutto all'inizio, cercando di non diventare invadenti

– Parlare, interessarsi e verificare i contenuti con cui i bambini vengono in contatto

– Confrontarsi con gli adolescenti e aiutarli a sviluppare senso di responsabilità e autonomia. Far capire loro che possono contare sempre sui propri genitori, anche se si sono messi nei guai.

«La rete oggi è il mio mondo, è dove sono cresciuto e ho sviluppato i miei talenti, dove ho trovato tanti stimoli e opportunità. Lì ho avuto la possibilità di incontrare tantissimi ragazzi e ragazze che come me erano pieni di curiosità e di passioni, e che avevano bisogno di conoscere il mondo e capire chi erano confrontandosi con gli altri per scoprire i propri talenti, misurarsi con le proprie paure e sentirsi accettati, sentire di far parte di qualcosa di speciale, un ingrediente fondamentale per costruire la strada del proprio futuro. Sento una forte responsabilità nel proteggere e sviluppare questa dimensione positiva, soprattutto per i navigatori più giovani o giovanissimi che possono essere esposti ai rischi più gravi», ha dichiarato Pika Palindromo.

Minori e social media. Con la crisi di Covid-19 si è assistito ad un aumento delle vulnerabilità e dell'esposizione dei minori a possibili rischi online perché si è ampliata la fruizione di ambienti virtuali per rispondere a moltissimi bisogni che prima erano soddisfatti anche o prevalentemente nella dimensione fisica, ed è una tendenza che è aumentata in particolare anche per una fascia d'età prima relativamente meno esposta come quella dei bambini sotto i 10 anni.

«Non bisogna dimenticare che bambini e adolescenti sfidano se stessi e gli altri da ben prima della diffusione delle tecnologie digitali per un processo di crescita naturale, soprattutto durante l'adolescenza, per poter dimostrare a se stessi e agli altri di essere coraggiosi in situazioni pericolose e di sapersi misurare con i propri limiti, e conquistarsi così attenzione e stima dai propri coetanei. Va evidenziato però che con la diffusione dei social media la natura di queste sfide è caratterizzata da nuove dinamiche di accelerazione e amplificazione, come un pubblico potenzialmente enorme e la possibilità di ottenere subito "like" e commenti, o anche la possibilità di creare contenuti e video che possono diventare virali con rischi di emulazione molto forti. La pressione tra pari, che è il motore del meccanismo delle challenge in rete, può spingere a imitare e impressionare i propri amici offuscando la percezione dei reali rischi e delle possibili conseguenze – ha dichiarato Antonella Inverno, responsabile Politiche per l’infanzia di “Save the Children Italia” –. Parlare, interessarsi e prevenire sono le parole chiave per tutti i genitori e gli adulti di riferimento, con alcune importanti differenze. Infatti, se nel caso dei bambini più piccoli la pratica di verificare i contenuti a cui nostro figlio o figlia ha accesso può essere un comportamento consigliabile, facendone sempre oggetto di dialogo e come pretesto per spunti educativi, ciò potrebbe anche essere inutile e controproducente con gli adolescenti. Inutile per il moltiplicarsi di spazi, canali e luoghi virtuali a cui è possibile accedere con particolari abilità informatiche, e controproducente perché allontana e lede la privacy a cui hanno diritto ragazze e ragazzi. È sempre importante invece in questo caso tentare di adottare una dinamica educativa basata sulla responsabilizzazione, la progressiva autonomia e la fiducia».

 

 

 

 

 

 

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