La questione politica della sorte dell’Unione Montana delle Valli Monregalesi potrebbe essere a una svolta decisiva. Lunedì sera infatti il Consiglio comunale di Monastero ha deliberato il recesso dall’Ente, e tutto lascia pensare che il secondo paese a uscirne sarà Torre Mondovì, che ha inserito il punto nell’ordine del giorno di giovedì 18 marzo.
Giovedì il Consiglio, in videoconferenza
(a.br.) – La prima a smuovere le acque era stata Pamparato che, in un Consiglio comunale di metà giugno, aveva deliberato una “dichiarazione d’intenti” di uscita, poi confermata il 26 novembre dalla deliberazione di una nuova Unione con Garessio. Uscita che ancora non aveva trovato conferma nei Consigli dell’Unione montana stessa a causa di una prima seduta andata deserta ed una successiva in cui aveva prevalso l’astensione. In quest’ultimo frangente erano riaffiorate vecchie diatribe tra il presidente Gianrenzo Taravello e il sindaco di Pamparato Franco Borgna, accusato di non essersi prodigato per il bene dell’Ente, soprattutto nel periodo in cui egli stesso ne aveva ricoperto la carica di presidente. Poi il colpo di scena: nell’ordine del giorno pubblicato all’albo pretorio del Comune di Torre M.vì, che si è svolto in modalità web giovedì 18 marzo alle ore 17.30, ed ha votato il recesso dall’Unione Montana delle Valli Monregalesi.
Monastero lascia: la votazione lunedì sera
(p.r.) - Appresa la notizia, il Comune di Monastero Vasco ha rotto gli indugi, introducendo il punto nel Consiglio in programma nella serata di lunedì. L’assemblea dunque si è già espressa positivamente sul punto. «La decisione di procedere al recesso, ai sensi delle disposizioni statutarie vigenti, è stata, in ogni caso, presa di comune accordo con il gruppo consiliare di minoranza e nell’esclusivo interesse del Comune di Monastero di Vasco e dei suoi cittadini, a fronte anche della difficile situazione amministrativa con la quale da tempo si trova a fare i conti l’Unione Montana – scrive il sindaco Giuseppe Zarcone in una nota –: non è infatti un mistero che tale Ente versi in una condizione di carenza di risorse, economiche ed in termini di personale, recentemente aggravatasi in seguito al recesso dalla stessa del Comune di Pamparato, avvenimento, quest’ultimo, che ha causato altresì il venir meno del numero minimo di abitanti richiesto dalla legge regionale per dare vita ad una Unione Montana. Spiace solo avere dovuto assumere la decisione spinti anche da due lettere a firma del presidente (Gianlorenzo Taravello nda), piuttosto anomale: la prima con la quale si chiedeva nel giro di 24 ore se il Comune intendesse restare nell’Unione o uscirne e la seconda con la quale, posto che alla prima ovviamente non avevo risposto, si è comunicato che la mancata risposta sarebbe stata interpretata come intendimento di restare nell’Unione. Peccato solo che, mentre scriveva questa seconda lettera, il presidente ha convocato il suo Consiglio comunale per deliberare il recesso!». Montaldo delibererà nel Consiglio di martedì 23 marzo. Andrà al voto anche Roburent a data da destinarsi. È chiaro che il destino dell’Unione Montana è segnato. Monastero Vasco ha fatto sapere che «si guarderà intorno per capire se vi siano i presupposti per chiedere di entrare in altre Unioni. A questo proposito non appare improbabile un abboccamento con l’Unione del Monteregale».
Monastero lascia l’Unione Montana delle Valli Monregalesi
La decisione nel corso del Consiglio comunale, tenutosi lunedì sera in videoconferenza. Torre M.vì vota giovedì. Si va verso lo scioglimento dell’Unione Montana