Da Greta a Papa Francesco: a Mondovì si parla di ambiente con l’Azione Cattolica

«Questo è l'unico pianeta che abbiamo. Dobbiamo rallentare, prima che sia troppo tardi». Ecco il messaggio finale di un'interessantissima serata, andata in scena martedì 19 ottobre al "Bertola" di Mondovì, al Borgato. Una serata per parlare di ecologia e ambiente sotto il titolo "Le sfide di un nuovo sguardo", organizzata dall'Azione Cattolica della Diocesi di Mondovì.

Sul palco, un relatore eccezionale: l'ingegnere Andrea Ponta, energy manager, oggi in ACDA (la società consortile che gestisce il ciclo idrico a Cuneo e in quasi metà provincia). L'incontro era introdotto e condotto da Paolo Mazzucchi. Molta la gente in sala, tra cui ovviamente il vescovo mons. Egidio Miragoli, il parroco del Borgato don Motta e l'assessore all'ambiente del Comune di Mondovì, Erika Chiecchio.

E i punti di riferimento erano ben chiari: i cardini della "Laudato si'" di Papa Francesco, l'enciclica che ha scosso il mondo occidentale mettendo in relazione ecologia, sostenibilità, relazioni sociali, vita quotidiana. «Quel documento è stato così impattante - ha detto Ponta - che se ne sente l'eco persino fra le righe dell'Agenda 20-30 elaborata dall'ONU in quello stesso anno».

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IN CHE DIREZIONE STA ANDANDO IL NOSTRO MONDO?
Se le domande sono "dove stiamo andando a finire?" o "stiamo davvero cambiando il clima?", l'ing. Ponta dà una risposta chiara - e lo fa sulla base di dati, schemi, grafici e analisi: «Sì: stiamo danneggiando pesantemente l'ambiente. Il VI Rapporto di Valutazione dell'IPCC afferma, a chiare lettere , che "è inequivocabile che l'influenza umana ha surriscaldato l'atmosfera e le terre emerse". Gli effetti si stanno già vedendo nei fenomeni piovosi, ormai fuori scala, nelle desertificazioni e nell'innalzamento delle acque. Si ripercorreranno per millenni. Ma lo scenario di vedere la Pianura Padana allagata sta nei prossimi 100 anni, non nei mille a venire».

Tanti buttano lì l'osservazione più semplice: ma come si fa a credere al "surriscaldamento globale", se gli inverni sono sempre più freddi? «Questo avviene - risponde Ponta - perché le persone confondono il "meteo", ovvero ciò che riguarda precipitazioni e temperature locali, con il clima, che invece riguarda il pianeta. Il clima riguarda la temperatura globale della terra e dei mari, nel corso dei decenni. E si è alzato: lo dice ogni studio».

C'è spazio anche per parlare del "fenomeno ambientalista", a volte mediatico: «Oggi essere ambientalisti è... di moda. E' il cosiddetto "green washing": darsi una "pennellata di verde", per apparire ecologisti. Non basta». Ma su Greta Thunberg ha un'opinione molto positiva: «Ha avuto un merito innegabile: scuotere le coscienze dei giovani in mezzo mondo. Fosse anche solo per questo, andrebbe ringraziata. A riportato di attualità temi importantissimi».

L'altro ecologista di riferimento, a detta di molti il più grande del nostro tempo, è ovviamente Papa Francesco: «Nella sua "Laudato si' ", per la prima volta, si parla di ecologia integrandola col sistema sociale e con le relazioni fra persone». E le domande che impone questo nuovo paradigma sono tante: possiamo pensare di elettrificare le auto, senza ricordarci dove vengono estratti litio e cobalto? Possiamo farlo senza tenere conto delle conseguenze economiche e relazionali?

È TROPPO TARDI?
Se, come enunciava Rudolf Clausius, i processi in natura sono irreversibili, la domanda successiva è: siamo ancora in tempo per tornare indietro? «Per tornare indietro, no- afferma Ponta -. Ma siamo in tempo per iniziare a rallentare. Non saremo noi a invertire ciò che è in atto da decenni: ma il nostro compito è decelerare, e dare modo alle generazioni dopo di noi di "invertire la rotta". Teniamo a mente ciò che diceva Eisenberg: non pecchiano di presunzione. La natura non funziona come un orologio svizzero. Va rispettata. Le parole chiave devono essere: Ecologia integrale, Sostenibilità, Adattamento, Mitigazione».

Le "10 regole" da seguire, per Ponta, sono: conoscere, alzare lo sguardo, rallentare,  bruciare poco, ridurre, riusare, riciclare, pulire, camminare insieme e - non scontato - produrre bellezza. «Purtroppo, non per tutto questo basterà il buon senso - ha detto, rispondendo a una domanda del nostro giornale -. Serviranno anche imposizioni: ma dovranno essere contestualizzate e soprattutto spiegate bene. Quello che sta avvenendo proprio in questi tempi ci dimostra che le persone sono restie agli obblighi, quando non ne comprendono l'importanza».

E conclude: «Siamo in presenza di una crescita esponenziale dei consumi energetici, e di conseguenza dell'inquinamento. Dobbiamo rallentare e far abbassare la curva. A me piace dire: non siamo tutti sulla stessa barca, ma siamo tutti nella stessa tempesta. Abbiamo la fortuna di vivere nella parte "agiata" del mondo, dobbiamo imparare a pensare anche agli altri».

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