Luca Robaldo, assessore uscente del Comune di Mondovì, ha annunciato pochi giorni fa la sua discesa in campo come candidato sindaco del "Patto civico", erede di Paolo Adriano. Lo abbiamo intervistato.
Il suo nome circolava da mesi, lo stesso Paolo Adriano non lo aveva mai smentito e aveva quasi “lanciato” la sua candidatura con un letterale “nullaosta”. Come mai uscire allo scoperto solo ora?
“Patto civico” lavora in squadra e, ancor più in questo caso, ci siamo confrontati ed abbiamo deciso collegialmente. Chiarezza e trasparenza sono due caratteristiche imprescindibili dell’agire amministrativo. Una volta deciso il nome, lo abbiamo comunicato.
Le riassumiamo tre “accuse” politiche che le vengono mosse da tempo e che – ci permettiamo di prevedere – arriveranno in tutta la campagna elettorale. A differenza di Adriano, lei viene visto: come una figura schierata a destra, come una figura da sempre vicina a Enrico Costa e come una figura da sempre dentro la politica di professione. Come replica?
Non credo siano state brandite come “accuse” o, almeno, io non le ho intese come tali. Nel “Patto civico” non ci sono schieramenti e nessuno chiede una “tessera d’ingresso”. Ho lavorato per anni con l’on. Costa, che mi ha dato l’opportunità di confrontarmi con impegni e responsabilità crescenti e la stessa cosa vale per la mia attuale professione, in Regione. Non credo che lavorare nelle Istituzioni possa essere “un’accusa”.
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