Rosso: «Ma Pellegrino ci dà lezioni di legittimità? L’interrogazione era per il sindaco e gradiremmo una risposta»

Prima, è arrivata l’interrogazione. Poi è giunta una replica, un po' inedita, che arrivava, - diciamo così - “dalle tribune”. E ora, arriva "la replica alla replica". Ed Enrico Rosso, consigliere del Centrodestra, non accetta lezioni dal presidente di Mondo Acqua: «Ci mancherebbe ancora che accusasse un consigliere comunale di produrre atti ufficiali illegittimi!».
Capitolo quattro della “saga dell’acqua torbida”, dopo l’episodio di ferragosto – LEGGI QUI –, le interrogazioni delle due minoranze – LEGGI QUI – e infine l’intervento di Pier Carlo Pellegrino – LEGGI QUI – che, senza mezzi termini, andava a giudicare «poco giustificabile» e addirittura «non accettabile» l’intervento di Rosso («chi ha in passato fatto parte di tornate amministrative in posizioni di responsabilità»), bollandolo addirittura di avere «la memoria talmente corta da non ricordare, o non voler ricordare la situazione infrastrutturale» dell’acquedotto, «cavalcando in questo modo gli argomenti al fine di ottenere una visibilità momentanea».

LA REPLICA DI ROSSO
«Leggo con sorpresa l'intervento del presidente di Mondo Acqua, Pier Carlo Pellegrino. Nella mia umile esperienza di amministratore pubblico, innanzitutto, non credevo che una risposta ad un'interrogazione – strumento normato dall'articolo 58 del Regolamento – potesse essere fornita da un soggetto esterno al Consiglio comunale tramite i media. Solitamente si attende la riunione del Consiglio, e la risposta la fornisce il sindaco o un suo delegato. Allo stesso tempo, prendo atto della “lezione” del presidente in merito alla funzione ed al valore delle interrogazioni: probabilmente, data la cura e la precisione delle definizioni utilizzate, è pronto a candidarsi alle prossime comunali... oppure magari le sue valutazioni sono state ispirate da altri. Nello specifico, Pellegrino dice testualmente che le interrogazioni, “laddove animate dal desiderio di una corretta informazione, della conoscenza dei problemi effettivi e delle possibili soluzioni, sono perfettamente legittime (e ci mancherebbe ancora che un ente terzo accusasse un consigliere comunale di produrre atti ufficiali illegittimi!) e comprensibili”. Molto bene, non fa una grinza. Analizziamo dunque il testo che abbiamo protocollato ed inviato al sindaco per ottenere risposta. Oggetto: “Interrogazione su ordinanza n. 203 del 15 agosto 2023 e disagi approvvigionamento idrico”. Nella città di Mondovì dal 15 al 22 agosto è stato ordinato il divieto dell'acqua del rubinetto per scopi idropotabili (lavarsi, bere, cucinare) senza previa bollitura. Direi che il criterio del “problema effettivo” - per non chiamarlo “disagio grave”: senz'acqua potabile per una settimana, ad agosto! - è centrato in pieno. Che dire, allora, del “desiderio di una corretta informazione” citato da Pellegrino nel suo compendio sulle interrogazioni? Un desiderio che noi consiglieri di Centro-destra abbiamo cercato di assecondare nell'unico modo che è disponibile al genere umano per informarsi, ossia facendo domande. Che sono esattamente quelle poste nell'interrogazione: ossia, se il Comune (che possiede un terzo delle quote di Mondo Acqua) abbia esercitato il necessario controllo sulla società in particolare durante l'accaduto; se durante le interlocuzioni con la Mondo Acqua siano emerse le reali e concrete motivazioni, anche di tipo tecnico, che hanno portato all'intorbidimento dell'acqua ed il conseguente grave disagio per le utenze; se è così, se le motivazioni siano imputabili ad una non corretta, insufficiente o superficiale gestione da parte della società; se sia a conoscenza, attraverso il gestore, se presso l'acquedotto siano state realizzate tutte le manutenzioni occorrenti, e se siano attive le unità di personale necessarie allo scopo; ed infine, se si ritiene possibile che, in caso di ulteriori fenomeni atmosferici avversi, il grave disagio abbia a ripetersi. Questo il linguaggio tecnico dell'interrogazione, che deve ovviamente rispondere a requisiti formali. Dove ovviamente l'utilizzo del “se” ha pieno valore ipotetico, e le affermazioni inserite al suo seguito potrebbero essere tranquillamente confutate e smentite in sede di risposta ufficiale. Soprattutto, l'interrogazione non è in alcun modo un'accusa al gestore di non aver agito bene o realizzato gli investimenti sulle infrastrutture: mira solo a “capire” cos'è successo all'acquedotto nel corso dell'evento specifico, e “perché” è successo. In sostanza e utilizzando un linguaggio più terra terra... vogliamo sapere cosa è capitato, in quella notte tra il 14 ed il 15 agosto! Quale sia stato il reale problema, se sia stato “colpa” di qualcuno – ma non per “processare” o “condannare” chissà chi, non è il nostro compito! Semplicemente perché “animati dal desiderio di una corretta informazione” – e se la problematica rischi di ripetersi al prossimo temporale. Già, perché vivendo su questa terra lo sappiamo anche noi che i temporali e le bombe d'acqua ormai sono all'ordine del giorno: in questo il presidente si è informato (o probabilmente è stato imbeccato) male. Non chiediamo infatti se “fenomeni meteorici di particolare intensità possano ripetersi”: non crediamo infatti che l'Amministrazione comunale abbia doti di preveggenza sul tempo atmosferico, sarebbe francamente troppo. Chiediamo semplicemente: quante probabilità ci sono che alla prossima bomba d'acqua in val Ellero ci ritroveremo nuovamente con l'acqua torbida e imbevibile? E da consiglieri comunali di minoranza crediamo, forse immodestamente, di interpretare lo stesso pensiero di migliaia di monregalesi che si sono fatti la stessa domanda. E che gradirebbero una risposta. Concludiamo con una nota sulla presunta voglia di visibilità ed enfasi giornalistica. Non abbiamo nessuna volontà di cavalcare alcuna onda (di acqua torbida). Come scritto prima l'interrogazione è la traduzione formale della sacrosanta richiesta di tanti monregalesi - che hanno vissuto la settimana centrale di uno dei mesi più torridi della storia senz'acqua potabile - per capire cosa è effettivamente successo. E proprio perché non cerchiamo visibilità giornalistica, evidenziamo che a seguito di questo intervento non vi saranno ulteriori repliche mezzo stampa sulla questione che non siano a corollario della risposta ufficiale dell'Amministrazione in Consiglio comunale».

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