La cappella del Ritiro del Sacra Famiglia di Dogliani, da questa mattina (9 settembre) è tornata ad ospitare un allestimento artistico di primo piano in ambito internazionale. All'interno della rassegna "Buona fortuna ribelli" della Galleria d'arte "Lunetta11" di Mombarcaro, la suggestiva location di Castello ospita ora la mostra “Rain in your black eyes - per Ezio", omaggio del pittore e scultore britannico della "cappella del Barolo", David Tremlett, all'amico musicista e compositore Ezio Bosso, scomparso nel 2020.
L'opera di Tremlett esposta a Dogliani è unica nel suo genere. "Rain in your black eyes - per Ezio” prende il nome da una composizione dello stesso Bosso, che l’artista ha tradotto in un monolite nero ricoperto interamente da grasso nero di grafite dipinto. Un'installazione che idealmente "spacca in due" lo spazio a navata unica della cappella del Sacra Famiglia di Dogliani.
Tremlett, a Dogliani, ha spiegato così le ragioni che l'hanno portato alla realizzazione dell’installazione temporanea, destinata ad essere distrutta una volta conclusa la mostra, ovvero dopo il 5 novembre, proprio nella cappella del Ritiro. «La prima volta che sono entrato nella cappella è stato in occasione di una mostra organizzata da Lunetta11 e mi ha colpito come quello spazio fosse piccolo e allo stesso tempo voluminoso. La divisione del muro di allestimento temporaneo era talmente imponente che il lavoro degli artisti ne era in qualche modo sopraffatto. Quando mi è stato proposto di lavorare nella cappella, i miei primi pensieri sono stati quindi circa le dimensioni e il volume del muro divisorio. Questo mi ha portato a pensare al mio sodalizio con Ezio Bosso in questa parte del Piemonte e alla nostra storia di amicizia; e ai miei primi giorni come artista a Londra, dove nel mio studio di scultura erano presenti molti materiali misti, tra cui il grasso. Si tratta di un materiale improbabile da usare in chiave artistica, ma si stendeva sulle superfici in modo convincente, ed è diventato un primo rivestimento sfregato a mano che in seguito mi avrebbe portato al pastello. Questa mostra è l’insieme di tutti questi elementi: una cappella, una lunga forma rettangolare al centro, un materiale molto personale (il grasso) con molta storia, un grande amico perso con cui ho riso, parlato e mangiato in tanti angoli di Italia e del mondo e che non ho avuto la possibilità di salutare a mio modo. La natura temporanea del mio messaggio si riflette nel materiale utilizzato (il grasso) e nelle vite che viviamo tutti. La cappella vive con tutti i suoi ricordi».
Dopo l’inaugurazione doglianese, la giornata di sabato 9 settembre riserva altri importanti appuntamenti legati al progetto artistico di "Lunetta11". Dalle ore 15, nelle sale della Censa di San Benedetto Belbo, vengono presentate la personale di Francesco Maluta e il suo bestiario favolistico; nelle vie di San Benedetto Belbo si possono ammirare le opere di Solomostry. Dalle 16, inoltre, apre la galleria "Lunetta11" a borgata Lunetta di Mombarcaro, con la prima personale di Simone Settimo e i suoi paesaggi italiani; nella cappella di San Rocco di Mombarcaro si alza il velo sull’opera site-specific di Guendalina Urbani e, nei prati di borgata Lunetta, trova collocazione l’opera ambientale “Visual Interference” di Oliviero Fiorenzi. Il progetto è realizzato grazie alla partecipazione come main partner della Sipal e con il contributo della Fondazione Crc.
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