C’è un accusato per l’incidente che due anni fa costò la vita a un mountain biker di 38 anni, vittima di una caduta fatale sulla pista di downhill di Viola St. Grée. Andrea Pastor, classe 1983, morì dopo l’impatto contro una rampa nel primo pomeriggio del 3 ottobre 2021, una domenica.
Originario di Pigna nell’entroterra imperiese, Pastor era vigile del fuoco a Ventimiglia e padre di due figli. Aveva lavorato a Cuneo all’inizio della sua carriera nei pompieri: esperto di speleo-alpinismo, avrebbe voluto entrare nel Saf, il reparto dedicato al Soccorso alpino e fluviale.
La Procura ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, con l’imputazione di omicidio colposo, nei confronti dell’imprenditore che solo pochi mesi prima aveva acquisito il complesso “Porta della Neve” di Viola con il tracciato dedicato agli amanti delle mountain bikes. L’ipotesi dell’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Alessia Rosati, è che il salto su cui era caduto Pastor percorrendo la pista “Saltimbanco”, a un’altezza di diversi metri, non fosse stato messo in sicurezza: queste le conclusioni a cui è pervenuto il consulente tecnico della Procura. Opposta la versione degli avvocati Leonardo Roberi e Emanuele Rossi che hanno assunto la difesa dell’imprenditore.
Nessun accordo è stato raggiunto per l’eventuale risarcimento della famiglia. La moglie e i figli del vigile del fuoco sono costituiti come parti civili nel processo. Il prossimo 2 novembre il giudice Alberto Boetti ascolterà i primi testimoni chiamati dalla pubblica accusa