La casa va alla figlie e saranno i genitori, separati, a doversi alternare. La sentenza era stata emessa dal Tribunale di Cuneo ed è stata confermata dal Tribunale d’Appello di Torino lo scorso 14 marzo. Riguarda una famiglia del territorio, ma il caso proprio per la sua particolarità è balzato alle cronache nazionali. In sostanza il primo giudice aveva disposto che le due bambine avessero residenza e collocazione stabile presso la casa famigliare, disciplinando i tempi di permanenza delle minori con ciascun genitore a settimane alterne. Sette giorni con la mamma e sette con il papà. La decisione è stata accolta nuovamente in sede d’appello. Non c’è ragione, stando alle motivazioni della sentenza, per preferire un genitore all’altro, e affidare le bimbe in modo prevalente alla mamma rispetto al papà. Entrambi sono «protettivi, accudenti, consolanti» verso le figlie. Hanno quindi il diritto di trascorrere lo stesso tempo con loro.
È una decisone insolita, destinata a far parlare. Il giudice di secondo grado ha previsto, tra l'altro, l'urgente "coordinazione genitoriale" – mezzo alternativo di risoluzione delle controversie – su indicazione dei Servizi Sociali incaricati nel corso del giudizio di secondo grado.
I legali che assistono la donna, Alessio Solinas di Torino con Nicola Schellino e Veronica Rinaldi di Carrù, ritengono «sia il primo provvedimento in Italia (essendoci state denunce per violenza ancora oggi al vaglio della magistratura cuneese) e che la sentenza si è già rivelata non attuabile, considerato che a fronte di decine di coordinatori genitoriali contattati, ad oggi nessuno avrebbe manifestato la propria disponibilità per i divieti di cui all'art. 48 della Convenzione di Istanbul».