Silver Srl: «Faremo di Miroglio il principale polo estrattivo di Verallia»

Partecipatissima serata pubblica nella frazione: l’azienda presenta il progetto in corso di realizzazione per la cava. «Sarà sotterraneo e ci saranno puntuali ripristini». I residenti: «Uno scempio sui sentieri»

Luigi Ferraro, ad di Silver Srl

«Non veniamo qui due anni per poi scappare come banditi. Veniamo qui per restarci il più possibile» è una delle ultime frasi pronunciate da Luigi Ferraro, amministratore delegato di Silver srl della Verallia, davanti al numeroso pubblico di residenti e frabosani convenuti nel salone dell’Albergo delle Alpi, nel corso dell’incontro pubblico indetto dall’azienda per presentare i piani in serbo per il polo estrattivo di Miroglio. Non è sfuggito in valle il gran lavoro che è stato fatto in questi mesi nella cava, prima dormiente, con la costruzione di una grande struttura sul piazzale. Ovviamente tutti si sono chiesti quali fossero i piani della ditta, anche in seguito alle notizie su un Piano Regionale Attività Estrattive che autorizza parecchi metri quadrati di scavi nei prossimi dieci anni in molti siti, tra cui quello di Cava Rabarì, che sta a metà tra le valli Ellero e Maudagna, tra Frabosa Sottana e Roccaforte. Silver srl non si è nascosta e ha risposto alle sollecitazioni dei residenti indicendo un incontro pubblico per presentare quanto si sta realizzando. Erano presenti alcuni ingegneri, oltre all’AD, Matteo Cherasco che segue l’impianto mirogliese, il project manager Gianandrea Carlessi, e Stefano Cavallotto, in qualità di consulente. «Il nostro precedente impianto principale era a Vernante, ma è in via di esaurimento. I nostri piani sono far diventare Miroglio il nostro polo estrattivo principale. Qui c’è il materiale che serve, nella qualità adatta a realizzare la sabbia silicea indispensabile per realizzare il vetro e per alimentare le sei vetrerie che Verallia gestisce in Italia, caratteristiche uniche, perché in tutto il nord Italia questo è il giacimento migliore anche in termini di disponibilità del materiale» hanno riferito. In estrema sintesi, attualmente si sta lavorando a pieno ritmo alla preparazione dell’impianto, che dovrebbe essere pronto per giugno: a quel punto inizierebbe l’attività estrattiva vera e propria. In autunno, nei piani di Silver dovrebbe esserci una giornata aperta, in cui inaugurare l’attività e poter far visitare gli impianti agli interessati. Gli ingegneri hanno illustrato le caratteristiche della linea produttiva: «L’impianto è in gran parte sotterraneo: l’area di cava si fatica a vedere da valle, è coltivata secondo le prescrizioni date dagli enti preposti. Si “coltiva” con esplosioni di mine, poi il materiale viene fatto scendere tramite un tunnel sotterraneo di 150 metri, dove i blocchi sono poi trasportati in una sorta di caverna orizzontale scavata nella montagna. Lì avvengono le operazioni di riduzione di pezzatura, si rompono le rocce per farle diventare ghiaia e successivamente sabbia. Poi un nastro trasportatore trasporta il materiale altrove». Questa è in estrema sintesi la linea produttiva, poi sul piazzale è previsto il posizionamento di uno stock di materiale, ovviamente un traffico di trasporti a mezzo camion «un volume di traffico di circa 40 al giorno (andata e ritorno), dal lunedì al venerdì». Gli ingegneri chiariscono che è previsto l’utilizzo di acqua a ciclo chiuso per la lavorazione, per impedire che si alzino polveri. L’unica acqua che non viene recuperata è quella usata per bagnare piazzali e materiale sui camion, ma si gestisce tramite raccolta precipitazioni. Inoltre, all’interno ci sono filtri che garantiscono un quantitativo di polveri nell’aria inferiore a quello previsto dalle normative «è praticamente aria pulita: 3 mg di materiale per metro cubo». Il materiale sotterraneo serve anche per ridurre il rumore della frantumazione, inoltre, secondo le prescrizioni vigenti, è previsto il ripristino ambientale di ogni gradone scavato piantumando alberi e vegetazione. In ultimo, il team ha sottolineato la ricaduta economica per la valle, non solo in termini di oneri di scavo e opere di compensazione, ma in termini di risorse umane. «Verallia ha scelto di investire sulle persone – ha chiarito Cherasco – avremmo potuto assumere personale formato anche da altre regioni, ma abbiamo cercato di assumere personale del posto. Nella prima fase lo stabilimento darà lavoro a 17 persone (attualmente gli assunti sono 10). Da qui a qualche anno i lavoratori potrebbero diventare 25 o 30 persone. Abbiamo fatto 46 colloqui e circa il 63% del personale proviene della zona Frabosa Sottana – Villanova».
Il dibattito: «Sentieristica sfregiata»
Esaurita la presentazione, la parola è passata al pubblico per le domande e gli approfondimenti. Inizialmente alcune richieste di chiarimenti mettono l’accento sui disagi e sul volume di traffico, si chiedono anche rassicurazioni circa le opere di compensazione previste. Le prime vere contestazioni si levano però quando il discorso tocca la sentieristica. Alcuni presenti lamentano infatti l’interruzione di alcuni sentieri e in particolare quello che da Miroglio conduce a Baracco, di cui è stato di fatto sbarrato il passaggio. «Sono costretto a fare un giro infinito per arrivare, la variante studiata non ha nessun senso» dice uno. «Di fatto non è stata fatta alcuna vera variante» dice un altro. Tra i pubblico non mancano esponenti dei gruppi in corsa per le elezioni. Tra questi anche Michele Baracco, candidato sindaco, che prende la parola più volte esprimendo valutazioni circa il tema dell’ambiente, evidenziando l'inquinamento e l'intenso traffico a cui la valle sarà esposta, senza contare l'impatto del lavoro estrattivo sul paesaggio e sul territorio (inevitabile una riprofilazione del crinale, come riconoscono anche gli ingegneri). Chiede inoltre chiarimenti sui contratti con gli autotrasportatori, sulle condizioni di sicurezza. Sul sentiero ha una proposta precisa: «Avete migliaia di metri quadrati di terreno – dice – quanto della cava viene “tagliato fuori” dal sentiero? Potreste valutare per il momento di rinunciare a una piccola porzione di terreno e lasciare il passaggio ai valligiani». Gli ingegneri chiariscono che non è possibile fare altrimenti, che non è pensabile lasciare l’accesso all’area di cava in nessuna forma, ma promettono migliorie, collaborazione. «Dateci un po’ di mesi di tempo per finire l’impianto e andare a regime – chiede l’ad Ferraro – e vi prometto che parleremo ancora di queste questioni e troveremo un compromesso accettabile per tutti».

Adriano Bertolino, sindaco di Frabosa Sottana

Presente anche il sindaco Adriano Bertolino, che ha preso la parola in conclusione per rassicurare i compaesani: «Bene o male ho seguito dall'inizio tutto l'iter progettuale: vi posso assicurare che sono estremamente collaborativi, ci sono venuti incontro e hanno risposto in modo affermativo a tutte le richieste che abbiamo presentato. Se ci sono delle problematiche si lavorerà per risolverle. Il sentiero deve essere deviato e se non ci sono le autorizzazioni a passare in un tratto di bosco è un problema. I proprietari sono stati cercati e non esistono più. Dopo questa riunione credo che siano state recepite le problematiche e si vedrà se sarà possibile trovare un compromesso».

L'estensione autorizzata dalla bozza del PRAE in corso di approvazione. Le aree rosse sono quelle attualmente attive
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