Buenos Aires, 1957. In un letto d’ospedale un ragazzo sta lottando contro la morte. È un giovane seminarista, affetto da una grave forma di polmonite. Al suo capezzale siede una suora italiana. Si prende cura di lui con particolare attenzione, teme che i dottori stiano somministrando al giovane una dose di medicinali troppo blanda e aumenta le cure. Quel giovane diventerà vescovo, cardinale, infine papa. Il primo papa latinoamericano, il primo a portare il nome del poverello di Assisi. Papa Francesco non ha mai dimenticato quella suora italiana, vigorosa, grintosa, che lottò per salvare la sua vita.
«Era un’infermiera suora: una suora italiana, domenicana, che è stata inviata in Grecia come professoressa, molto colta... Ma sempre come infermiera poi è arrivata in Argentina. E quando io, a vent’anni, ero in punto di morte, è stata lei a dire ai dottori, anche discutendo con loro: “No, questo non va, bisogna dare di più”. E grazie a quelle cose, io sono sopravvissuto». Era una sorella della Congregazione “San Tommaso d’Aquino”, con a suo tempo Casa madre a Carassone.
Ulteriori particolari su L'Unione Monregalese del 14 marzo 2018