Cala la scure sulle slot: dal 1 dicembre in Piemonte via le “macchinette” da decine di bar e tabacchi

Norme super restrittive: a Mondovì vietate se non distano almeno 500 metri da scuole, chiese, campi sportivo o banche

Le Acli: «No alla modifica della Legge contro il gioco d'azzardo»
Le Acli: «No alla modifica della Legge contro il gioco d'azzardo»

Piemonte, fine dei giochi? L'intesa tra Governo ed enti locali sul piano di riordino del settore, raggiunta lo scorso 7 settembre, sembra destinata a ridurre drasticamente la presenza dei giochi pubblici sul territorio regionale. Il testo dell'accordo dà un sostanziale via libera alle normative locali, che ormai in quasi tutte le regioni prevedono severi distanziometri, tali da impedire in quasi tutto il territorio sia l'apertura di nuovi punti di gioco, sia il rinnovo delle concessioni già esistenti.

PER SAPERNE DI PIÙ – La nuova legge

La regola della distanza minima che cancella quasi tutte le concessioni
Proprio il Piemonte è il caso più eclatante: secondo la legge regionale che disciplina i giochi, a partire dal 1° dicembre prossimo decadranno tutte le vecchie concessioni non in regola con il distanziometro.

Le slot non potranno essere installate a meno di 500 metri (che diventano 300 in caso di Comuni sotto i 5 mila abitanti) dai “luoghi sensibili”: istituti scolastici di ogni ordine e grado, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie.

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Il problema bandi
Questa situazione influirà sensibilmente anche sui prossimi bandi di gara per le nuove concessioni di sale scommesse e bingo, previsti dalla legge di stabilità 2016 e pendenti dallo scorso anno. Potrebbe rivelarsi poco allettante per le aziende programmare investimenti per punti vendita dalla difficile collocazione. Secondo uno studio realizzato da Mag Consulenti Associati «il complessivo quadro normativo italiano determina per gli operatori l'assenza di condizioni minime per la partecipazione alla prossima gara per negozi e corner scommesse: in tale contesto, diventa oggettivamente difficile per ogni operatore la quantificazione del numero di diritti ottimali (e di conseguenza anche l'offerta economica rispetto ai minimi previsti)». Naturalmente, la più o meno marcata diserzione delle aziende dai bandi creerebbe un mancato introito per lo Stato che, secondo la legge di stabilità, ha stabilito una base d'asta di 32 mila euro per ognuno dei 10 mila negozi messi a bando e 18 mila euro per ciascuno dei 5 mila corner (negozi dove l'attività di gioco non è prevalente).

Agipro: «Un taglio da 10 mila apparecchi. Ci saranno ricadute occupazionali»
Il comunicato AgiPro: «Nel territorio della regione, la presenza di punti e apparecchi di gioco calerà drasticamente anche per altri motivi. In primo luogo, il Governo ha già previsto nella manovra economica approvata lo scorso luglio un taglio del 35% delle slot in esercizio, da realizzare entro il 30 aprile 2018. A regime, gli apparecchi in Piemonte passeranno dagli attuali 29 mila a circa 19 mila. Inoltre, la recente intesa tra Stato ed enti locali prevede un dimezzamento dei circa 100 mila punti di gioco presenti sul territorio nazionale. Una riduzione che ovviamente, in percentuali molto simili, coinvolgerà anche il Piemonte, dove nel 2016 sono stati spesi in giochi (al netto delle vincite) circa un miliardo e 200 milioni, la maggior parte dei quali (777 milioni) riguardano slot e Vlt. La riduzione dell'offerta di gioco non potrà che avere conseguenze sul livello occupazionale del settore. In Piemonte, secondo l'associazione di gestori slot Astro, sono in attività 6300 esercizi che vivono totalmente o prevalentemente grazie all'offerta di gioco lecito. Di questi, 6000 sono esercizi generalisti (bar, tabacchi, ecc,) e contano circa 10 mila addetti; 300 sono sale dedicate, con 1500 addetti. In totale, 11 mila e 500 posti di lavoro messi potenzialmente a rischio dal taglio di apparecchi e punti vendita. Al quadro vanno anche aggiunte 300 imprese che si occupano di gestione e manutenzione di slot per conto dei concessionari (con quasi 3000 tra addetti, agenti e impiegati) e 10 imprese di costruzione e distribuzione delle macchine (circa 350 occupati)».

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