Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Bra hanno tratto in arresto sei persone (tutti cittadini albanesi di età compresa tra i 26 e i 37 anni): cinque di loro sono in carcere, il sesto ai domiciliari, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Asti su richiesta della Procura per i reati di furto aggravato in concorso, detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e ricettazione.
I provvedimenti sono stati emessi a conclusione di un’articolata indagine, avviata a seguito di due furti perpetrati nel mese di gennaio scorso ai danni di una sala slot e di un bar a Cherasco. In particolare i responsabili, dopo essere penetrati all’interno dei due esercizi ed essersi impossessati del contenuto in denaro delle macchinette slot, si erano dati alla fuga con un bottino di circa 5.000 euro.
Le indagini hanno consentito di giungere all’identificazione degli appartenenti al gruppo e accertare le loro responsabilità per la commissione di una dozzina di furti (consumati o tentati), sempre nei confronti di esercizi commerciali ubicati nelle zone di Bra e Fossano.
Gli indagati, tutti già noti alle forze di polizia, durante il giorno svolgevano regolare attività lavorativa nel campo dell’edilizia. Grazie a questa loro attività si creavano collegamenti nel territorio funzionali alla loro attività criminale.
Oltre ai 6 soggetti colpiti dalla misura cautelare, durante l’attività i militari hanno arrestato un altro cittadino albanese per il reato di spaccio di “marijuana”, in quanto trovato in possesso di circa 2 kg di stupefacente, cedutogli dagli appartenenti al gruppo, a dimostrazione delle diversificate attività delittuose poste in essere dagli stessi.
L’attività di ricostruzione degli eventi ha permesso inoltre di accertare che la refurtiva veniva successivamente ricettata attraverso una rete di conoscenze e connivenze. Tra gli obiettivi della banda c’erano anche i consorzi agrari di Cherasco e Castelletto Stura, all’interno dei quali sottraevano ingenti quantità di fertilizzati.
«Trattandosi di indagini ancora in corso di sviluppo, – specificano i Carabinieri – potendo emergere in futuro elementi di segno c rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore quindi degli indagati, da presumersi innocenti sino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva».