Lo scorso 28 maggio, il giudice Massimo Scarabello, del Tribunale di Cuneo, sezione civile, ha pronunciato la sentenza (di 1° grado, pubblicata il 16 giugno scorso), con cui ha rigettato l’esposto presentato dal notaio Giacomo Parisi, contro il Banco di Credito Azzoaglio di Ceva, la Banca Carige di Genova e la Banca Alpi Marittime di Carrù, in quanto avrebbero consentito – nel periodo dal 2003 al 2009 - a Battistina Ferrua di Carrù – titolare di una ditta individuale di servizi a Mondovì alla quale aveva di fatto demandato alcune incombenze relative all’incarico di delegato per le esecuzioni immobiliari – di appropriarsi della somma di un milione e 700 mila euro. Denaro prelevato dai libretti bancari ove erano versati i proventi provenienti dalla vendita di beni immobili sottoposti ad espropriazione forzata e non immessi sui conti in capo alle varie procedure esecutive. Fu poi lo stesso notaio a coprire l’ammanco, quando presentò la denuncia di peculato nei confronti della donna, che ammise di aver sottratto le somme dalle esecuzioni immobiliari del Tribunale di Mondovì consumandole al gioco in diversi Casinò. Accusa per la quale patteggiò, davanti al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale monregalese, la pena di tre anni di reclusione.
Contro 11 dipendenti dei tre Istituti di credito fu celebrato un processo penale, conclusosi con 11 assoluzioni, nel 2013. Intanto il notaio aveva presentato l’esposto contro le tre banche, con una richiesta di condanna in solido per 1.318.883,20 euro (per danni morali e biologici, oltre che per mancati introiti, mancati ricavi e danni all’immagine), in quanto i tre Istituti bancari avrebbero violato l’obbligo di controllo delle operazioni eseguite da Battistina Ferrua.
Nella sentenza civile, il giudice Scarabello, fa riferimento alla sentenza di assoluzione degli 11 dipendenti, e, nel rigettare quanto avanzato dal notaio Parisi, lo condanna a ”rifondere alle tre banche le spese nella somma di 36 mila euro ciascuna, oltre al rimborso forfettario di spese generali e accessorie, come per legge”.
Il Banco di Credito P. Azzoaglio Spa nella complessa vicenda che lo ha visto contrapposto al notaio Giacomo Parisi, sul fronte civile e penale, era assistito dagli avvocati Luca Jeantet e Nicola Gianaria, che hanno espresso la propria viva soddisfazione per la sentenza pronunciata dal Tribunale di Cuneo in data 16 giugno. «Questa decisione che giunge all’esito di un lungo ed articolato percorso giudiziale – hanno dichiarato – conferma che il Banco di Credito P. Azzoaglio Spa e le altre due banche coinvolte, in linea con quanto è stato accertato nel parallelo procedimento penale, hanno operato nel pieno rispetto della legge e che le pretese azionate nei loro confronti dal notaio Giacomo Parisi sono risultate del tutto infondate».
Ha ancora aggiunto Erica Azzoaglio, dirigente e consigliere di amministrazione: «Siamo molto soddisfatti. La sentenza ha infatti rilevato come l’operato della direzione e dei dipendenti del Banco sia stato corretto e conforme alla normativa».
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