Donazioni degli organi: la volontà si potrà dichiarare in Comune

Una novità per agevolare le tempistiche, spesso molto strette, nelle procedure di donazione.

Infatti a partire da febbraio il Comune di Mondovì (e nei mesi successivi se ne aggiungeranno altri nel Monregalese, nel Cebano e nelle zone del Cuneese) aderirà al SIT, “Sistema informativo trapianti”, per fornire uno strumento in più a chi vuole esprimere la propria volontà di donare (o non donare) gli organi e i tessuti dopo la morte. Questa novità non sostituisce le eventuali adesioni all’AIDO o le volontà espresse in ogni altro modo legalmente riconosciuto (testamenti olografi, il “tesserino ministeriale”, eccetera), ma le completa e le agevola. Purtroppo i “vecchi metodi” (tesserino, testamento eccetera) a volte si rivelano troppo lunghe, soprattutto nelle strette tempistiche richieste da una procedura come questa può richiedere. Il testamento può essere nascosto in un cassetto dimenticato, il tesserino può essere stato perso… Invece il database SIT è più veloce e più funzionale al momento utile, ovvero quello dell’avvenuto decesso.

Proprio a Mondovì si è tenuto un incontro fra i referenti della “Città della salute – coordinamento regionale delle donazioni” e i dipendenti di 21 Comuni della provincia di Cuneo, per spiegare la novità. «Il Comune di Mondovì si era già pronunciato a favore di questo sistema oltre un anno fa – ha commentato il sindaco Viglione – e siamo felici di aver mantenuto l’impegno».

Come funziona?
A partire da febbraio, chiunque potrà recarsi in municipio agli sportelli dell’Anagrafe (o presso lo “Sportello per la dichiarazione delle volontà” dell’Asl) e dichiarare la propria volontà di donare, o non donare, gli organi dopo la morte. Le sue volontà verranno inserite in un database del SIT che, in caso di morte, può essere velocemente consultato dal medico legale per sveltire le procedure.

Non solo: ogni volta che verrà rinnovata la carta di identità, saranno gli impiegati del Comune a chiedere al cittadino le sue intenzioni su questo argomento. Un cittadino può dichiararsi favorevole alla donazione, contrario, oppure astenersi – spiega il dr. Raffale Potenza della “Città della salute – coordinamento regionale delle donazioni” –. Inoltre, si può anche richiedere di farlo scrivere sulla carta di identità».

Le scelte e le opposizioni
Spiega il dr. Potenza: «La legge prevede che la decisione sull’espianto vada presa nelle 6 ore successive alla definitiva diagnosi di morte. Mai, assolutamente mai, prima: nessun medico darà mai l’ok a un espianto a una persona in coma, o in stato vegetativo. Solo dopo la definitiva diagnosi del medico legale, nelle 6 ore che passano per la certificazione, si deve decidere. In queste 6 ore si devono sentire i famigliari: prima il coniuge, poi i figli maggiorenni, infine i genitori. Se il deceduto non ha lasciato nulla di documentato, la famiglia può dire la sua. Purtroppo nella maggioranza dei casi la decisione viene presa senza sapere cosa avrebbe realmente voluto il defunto… perché di questi temi si parla poco. Grazie a questo nuovo sistema, il medico avrà la possibilità di verificare in tempi brevissimi se la persona aveva certificato le sue volontà. Se esiste una volontà documentata, a favore o contro la donazione, non ci si può opporre se non presentando una documentazione valida e più recente. Ma la cosa più importante, per il medico, è quella di far sì che in un momento difficile come quello del lutto la famiglia comprenda e condivida le decisioni del proprio caro che non è più in vita».

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