Acqua nell’ex-Acna, si riapre il dibattito

A seguito della richiesta Syndial di rinnovare la concessione per utilizzare il fiume

L’antefatto è costituito dalla audizione pubblica a Genova, in Regione, il 30 giugno, per l’esame della richiesta di Syndial di rinnovo della concessione di derivazione delle acque del fiume Bormida all’interno del sito ex-Acna, in vigore dal 1960. Per l’Associazione Rinascita Vallebormida, presente all’audizione con un suo rappresentante: «Riteniamo che, nella sostanza, la concessione sia ormai decaduta e che ENI possa continuare temporaneamente a derivare i quantitativi di acqua attualmente utilizzati, ma solo se verrà presentato un bilancio idrico dettagliato, e verificabile inerente ai flussi idrici all’interno dello stabilimento». Questo, secondo le parole contenute in un comunicato a firma Maurizio Manfredi, responsabile dell’Associazione che presenta altre richieste: «Allo stesso modo dovrà essere redatto un crono-programma che indichi in modo chiaro e inequivocabile modalità e tempi per il completamento delle attività di bonifica/messa in sicurezza del sito, con particolare approfondimento riguardo alle modalità attraverso le quali si intende conseguire il “tendenziale azzeramento del percolato” come stabilito dall’accordo del 2000 tra le Regioni Liguria e Piemonte, Ministero dell’Ambiente ed ENI».
Obiezione di Rinascita anche riguardo alla pretesa di Eni di ottenere una concessione fino a 300 litri al secondo «per eventuali non ben specificati futuri utilizzi all’interno del sito. Questa deve essere respinta in quanto la normativa vigente non ammette in alcun modo la possibilità di ottenere il permesso a derivare acque che rappresentano un fondamentale bene pubblico senza indicare a quali usi sono destinate queste acque». Conclude Manfredi: «Gli amministratori della Valle Bormida piemontese, nonché la Regione Piemonte devono manifestare la loro chiara e netta opposizione alla pretesa di ENI di ottenere una concessione idrica da utilizzare a proprio piacimento. Devono inoltre chiedere, con forza, che finalmente venga indicata una data definitiva e vincolante per il termine delle attività di messa in sicurezza del sito e per la contestuale definitiva cessazione del prelievo di acque dal Bormida». Sulle posizioni di Rinascita Vallebormida sono i consiglieri regionali del M5S Paolo Minghetti e Mauro Campo che al riguardo hanno interrogato l’assessore regionale Valmaggia. I due “grillini” si dicono perplessi dal fatto che Syndial «chieda un prolungamento della concessione idrica con motivazioni per noi preoccupanti. Infatti, oltre a prevedere il proseguimento dell’utilizzo per la bonifica, si paventa il suo impiego per “eventuali sviluppi futuri del sito industriale”». Concludono il loro comunicato i due consiglieri regionali: «Come sempre siamo in prima linea per la tutela dell’ambiente e del territorio. La Valle Bormida ha già pagato caro l’insediamento di un polo chimico a Cengio più di un secolo fa. Non vorremmo rivedere la storia ripetersi tra qualche anno». Ho chiesto sulla vicenda un parere al sindaco di Saliceto, Enrico Pregliasco, il quale si è così espresso: «Chiedere il rinnovo di una concessione di derivazione acque mi pare quanto meno normale e fattibile. Molto più difficile, in caso di revoca della concessione, riottenerla in seguito, qualora ve ne fosse la necessità. Avere a disposizione l’acqua, per un sito che tutti ci auguriamo venga quanto prima riutilizzato, è una condizione essenziale. È chiaro che, comunque, qualsiasi riutilizzo del sito dovrà essere fatto per insediamenti ecocompatibili e controllati al massimo».

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