L’amianto continua a far paura. È una paura silenziosa, come silenzioso è l’avvelenamento che porta, ma c’è. Se ne riparla a Mondovì, ora che sia il Governo che la Regione Piemonte si sono costituiti parte civile nel processo Eternit-bis. Perché proprio a Mondovì? Perché questa è una delle città da cui è cominciata la lotta alla polvere mortale: la bozza della legge 257 del ‘92, quella che vieta la produzione e la commercializzazione di Eternit, nacque grazie ai lavoratori delle aziende monregalesi e all’allora parlamentare Natale Carlotto. Da un anno esatto, l’Associazione Arasis aspetta un seguito alla sua proposta: incaricare un’unica ditta per la completa bonifica della città. «La procedura non è stata dimenticata dai nostri uffici – spiega l’assessore Rossi –, ma purtroppo i tempi sono lunghi».
Quanto amianto, e quanti danni? Non si può sapere
Un primo problema sull’amianto a Mondovì riguarda i numeri: a Mondovì non si può sapere quanto ve ne è rimasto e quanti danni ha fatto. L’Eternit era dappertutto: sulle tettoie, sui tubi, veniva usato come polvere assorbente al posto della segatura e come componente in alcune lavorazioni. L’ultimo report sui danni risale al 2001, poi la Regione bloccò il progetto di monitoraggio che Arasis, l’Associazione contro i rischi da amianto, mandava avanti assieme allo Spresal. Oggi non esiste un archivio unico dei casi di mesotelioma.
Processo Eternit-bis, la Regione sarà parte civile
Proprio in questi giorni sia il Governo che la Regione Piemonte hanno annunciato che si costituiranno parte civile nel processo “Eternit-bis”. Processo che si terrà a Torino, come di recente deciso dalla Corte, e verso cui guardano i famigliari di oltre 250 vittime. Un caso che è di rilevanza enorme, dopo la doccia fredda del processo che aveva mandato prescritti i reati di disastro ambientale sulla “strage” di Casale.
Piemonte: 500 mila euro per le bonifiche. E Mondovì?
Grazie a un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle, la Regione Piemonte stanzierà nel nuovo bilancio 500 mila euro in più per le bonifiche dei manufatti in amianto. Da qui anche a Mondovì è partita un’interrogazione, a firma del consigliere Costamagna: «Vorremmo sapere – scrive il consigliere – se l’Amministrazione comunale intraprenderà qualche iniziativa per ricevere questi fondi, in modo da supportare i cittadini che si prefiggono di risanare i manufatti di loro proprietà, o se si stia attivando con altri progetti o iniziative per aiutare i privati a rimuovere l’amianto sul territorio comunale».
In realtà una proposta del genere esiste già, ma è ferma da un anno: è stata fatta proprio dall’Arasis, che nel maggio 2014 presentò un progetto al Comune di Mondovì fatto sulla falsariga di quello attivato a Fossano, dove è stato costituito un “Gruppo di acquisto collettivo” per incaricare un’unica ditta (la Retenergie) per la rimozione di tutto l’Eternit della città. «Consentirebbe di dare lavoro a un’azienda del territorio – spiega Sebastiano Sampò, presidente Arasis – che si occuperebbe del monitoraggio, del contatto con le ditte e della rimozione». L’assessore Emanuele Rossi: «Il progetto di Arasis non è stato “dimenticato”, è ancora sul tavolo dei nostri uffici. Purtroppo i tempi sono molto lunghi considerato l’intasamento del Dipartimento Ambiente del nostro Comune, ma non vogliamo trascurare l’argomento».