Dopo un lungo tira e molla è arrivata l’ufficialità: Sant’Albano potrà ospitare alcuni reperti tra quelli rinvenuti durante la recente campagna di scavi nella necropoli longobarda in frazione Ceriolo. La buona notizia arriva direttamente dal sindaco Giorgio Bozzano, che annuncia: «Ce l’abbiamo fatta! Dopo un lungo iter burocratico e grazie anche all’interessamento e alla fattiva collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, a breve parecchi reperti rinvenuti nella nostra necropoli potranno essere esposti proprio qui, a Sant’Albano, nel “mini museo” che verrà allestito nella cappella di Sant’Antonio, in centro paese. Un risultato per noi davvero eccellente, visto che all’inizio della vicenda l’esito non appariva affatto scontato. L’autorizzazione è stata rilasciata dal Ministero e, per fortuna, tutto si è svolto secondo i nostri piani. I reperti torneranno quindi a Sant’Albano e saranno trasferiti da Torino, dove attualmente si trovano». Procede intanto il recupero della cappella di Sant’Antonio, in piazza Donatori del sangue. I lavori interni sono quasi completati ed è stato installato anche un grande soppalco in vetro, che ospiterà appunto il Museo sui Longobardi. Recuperati anche gli affreschi ancora presenti sulle pareti, nell’ottica di riutilizzo della ormai ex cappella, gli spazi potranno ospitare anche, al piano terra, una Biblioteca o una sala polivalente (più i servizi igienici esterni). «Pensavamo di poter inaugurare i nuovi spazi in Sant’Antonio in concomitanza con la Fiera di Sant’Albano, il 9 marzo – aggiunge il primo cittadino –, a causa di alcuni ritardi dovuti soprattutto alle autorizzazioni che dovevano arrivare da Roma però siamo costretti a far slittare l’evento di qualche mese. Presumibilmente i locali saranno pronti per l’inaugurazione a maggio».
Più di 500 tombe con corredo: spade, gioielli, coltellini e molto altro
La necropoli longobarda santalbanese del Ceriolo è tra le più grandi ed importanti scoperte finora in tutta Europa ed è composta da quasi 800 tombe, su una superficie di circa 3 mila metri quadrati. Le sepolture sono disposte su lunghe “righe” parallele, ciascuna comprendente in media 40-50 fosse. In prevalenza si tratta di tombe a fossa semplice, ma sono presenti anche alcune sepolture dentro tronco ligneo o altre che dovevano presentare una struttura sopraterra, come segno di privilegio. 512 di queste tombe erano provviste di corredo funebre. Nelle società barbariche, infatti, il defunto era deposto vestito, per mostrare la sua condizione sociale durante la sepoltura. Sono stati rinvenuti uomini liberi, sepolti con le armi, e tombe di donne, deposte con i gioielli tradizionali. Nelle tombe si trovano poi oggetti di uso quotidiano come coltellini, acciarini, cesoie e fusaiole o strumenti da lavoro. Alcuni dei reperti del Ceriolo sono attualmente esposti al Museo di Cuneo, mentre altri fanno parte di un allestimento a Napoli, che in futuro girerà il mondo ed arriverà anche in Russia, a San Pietroburgo. Alcuni dei reperti immagazzinati a Torino ora potranno tornare “a casa” a Sant’Albano.