Nicola Dutto nella storia: emozioni dalla Dakar

Il pilota beinettese è il primo atleta paraplegico di sempre a partecipare alla durissima gara a tappe in moto. 

nicola dutto

È cominciata la grande avventura. Lunedì 7 gennaio lo starter ha dato il via all’edizione 2019 della Dakar, il rally raid più famoso e prestigioso del mondo, una corsa tra le più dure e pericolose di sempre. L’edizione di quest’anno si svolge interamente sul territorio peruviano (da diverse edizioni non si corre più, come da tradizione, in Africa) e si articola in 10 tappe, per una lunghezza complessiva di 5000 km, che per un 70% corrono su fondo sabbioso. Tra i concorrenti c’è anche il campione beinettese Nicola Dutto, e la sua partecipazione è una vera e propria impresa, al di là del risultato agonistico: Nicola è il primo paraplegico a partecipare alla Dakar. La perdita dell’uso delle gambe, in seguito a un incidente nel 2010, non ha impedito al centauro di risalire in sella e continuare la sua lunga storia d’amore con le competizioni a due ruote. Dutto si è orientato sulle desert race e sui lunghi raid. Ha partecipato, negli anni, con buoni risultati a grandi gare come la Baja Aragon in Spagna. Da lì l’idea di iscriversi alla Dakar e tentare l’impresa. La sua storia ha attirato l’attenzione dei media nazionali, che gli hanno dedicato articoli e servizi. Tra gli altri, il telegiornale sportivo di Mediaset gli ha dedicato un servizio, in cui è stato raccontato il suo percorso di vita. Così Nicola ha raccontato la sua decisione di tornare a correre ai microfoni dei giornalisti televisivi: «Mi è piaciuto talmente tanto girare in moto, il senso di libertà che mi dava, che nel 2012 ho deciso di partecipare alla Baja Aragon la gara di riferimento in Europa nella specialità. È stato come mangiare una torta dopo un periodo di dieta». Il motociclista ha saputo trarre dalla disciplina sportiva le forze per reagire dopo l’incidente, per tornare alla vita di tutti i giorni e alle sue passioni: «Ogni metro della prova speciale o del percorso che stai facendo hai degli ostacoli, li superi prima con la mente e poi con tutto il corpo, io non ho fatto che trasportare questa visione nella vita dopo l’incidente». Nicola viaggia con una moto dotata di alcune rifiniture speciali: un rollbar protettivo per le gambe, un sellino e uno schienale su misura in carbonio per sostenere il busto. Ha marce, freno posteriore e frizione al manubrio e un dispositivo applicato alla frizione che permette lo stop anche a marcia innestata. Inoltre è accompagnato da altri tre motociclisti. Nella prima tappa, da Lima, capitale del paese a Piasco, Nicola ha disputato una prestazione di buona caratura, classificandosi al 107º posto complessivo su 135 concorrenti della sua categoria giunti al traguardo. Martedì ha affrontato la seconda tappa, da Pisco a San Juan de Marcona, un percorso di 553 km complessivi, di cui 342 di prova speciale. Terza, durissima tappa, mercoledì con un tragitto di ben 800 km, poi giovedì, appuntamento un po’ più morbido, della lunghezza di “appena” 500 km.

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