Braccio di ferro sull’ex Ospedale abbandonato: si contano i danni, ma a chi tocca pagare?

mondovì ex ospedale abbandonato

Si scrive «ex Ospedale», ma a Mondovì si legge «eterno problema». O se preferite: grana, casino, polemica. Perché – lo scrivevamo sette giorni fa – è da undici anni che gli edifici sono vuoti, abbandonati e senza destinazione. Anzi, per essere precisi il dibattito è molto più vecchio. Ora però viene a galla un problema incredibile: il “padiglione Gallo” è stato, per ben cinque anni, terra di nessuno. E non soltanto in senso figurato, ma letterale: dal 2013 al 2018 non si sa di chi fosse.

E la questione, che fino a oggi è rimasta sotto traccia e che in questo momento si è scelto di tenere in forma amichevole, potrebbe presto tramutarsi in un braccio di ferro giudiziario fra tre Enti: Comune, Provincia e Asl Cn1.

La notizia dei lavori urgenti, che “L’Unione Monregalese” metteva in prima pagina la scorsa settimana, ha portato a galla un baratro di carteggi. E ora i tre Enti che per dieci anni hanno firmato documenti, protocolli, comodati, permute e delibere, devono risolvere la questione: di chi è la responsabilità? Una storia (come tante, purtroppo), che ha tanti aspetti non chiari.

TUTTA LA STORIA
Cerchiamo di riassumere tutta la storia in modo schematico. Tutto comincia il 20 agosto 2008 quando i tre Enti (Comune di Mondovì, Provincia di Cuneo, Asl CN1) sottoscrivono un “Protocollo di intesa” per trasferire il Liceo Scientifico nel padiglione “Gallo”, l’ala vecchia dell’Ospedale di Piazza. Era dal 2004 che si cercava una nuova sede al Liceo, e in un primo tempo si era pensato ai “Passionisti”. Poi però, visto che l’Ospedale si doveva trasferire da Piazza a San Rocchetto, arrivò l’idea di traslocare le Scuole nel “Gallo”. Così si mise nero su bianco il “piano”: l’Asl avrebbe ceduto il “Gallo” al Comune, con una permuta di immobili (in cambio, il Comune avrebbe dato all’Asl i locali del Liceo in via Delle Scuole e la Scuola di Musica, per farne uffici e locali sanitari) e poi il Comune lo avrebbe dato in comodato alla Provincia per collocare il Liceo. Tutto questo – ovvero il trasloco del Liceo – avrebbe dovuto accadere quando la Regione Piemonte e la Provincia avessero firmato l’accordo per lo stanziamento dei soldi.

Nel 2010 l’Ospedale si trasferì. In quei mesi avvenne la perfetta congiuntura politica (tutta a destra) tra Comune di Mondovì, Provincia di Cuneo (Gianna Gancia) e Regione Piemonte (Roberto Cota). Così, sospinti dal vento del Nord inarrestabile, nel novembre 2010 la Provincia prese in consegna l’ex Ospedale in comodato dall’Asl. Un comodato di 30 anni: ma perché questo cambio di programma? Perché il trasferimento del Liceo non era imminente, e la permuta fra Asl e Comune non era ancora stata fatta. Quindi la Provincia si prese in mano “temporaneamente” l’ex Ospedale. Mettendo per iscritto che il comodato era «nelle more dell’atto di permuta col Comune», ovvero che si sarebbe risolto al momento del passaggio degli immobili. Ed è qua che avvenne il pasticcio.

IL “PASTICCIO”
Nel 2013 arriva l’atto di permuta, ovvero lo scambio: l’Asl regala al Comune l’ex Ospedale e il Comune regala all’Asl le aule in via Delle Scuole. Solo sulla carta, però. Perché nei fatti non successe assolutamente nulla. Ma proprio nulla. Fino al 2017, quando il sogno si schiantò contro la dura realtà. Venne fuori che i costi di recupero del “Gallo” sarebbero stati insostenibili a causa delle norme antisismiche: 7 milioni in più del previsto. Finì tutto a rotoli. Nell’ottobre 2018 (dopo la frana dell’Alberghiero), la Provincia scriveva la parola “fine” sull’ipotesi di trasferimento, andando così a risolvere – ma in senso negativo – il contratto di permuta del 2013. Fine della storia.
Dove starebbe il problema? Qui: il contratto del 2013 rendeva la permuta immediatamente valida. Specificando che avrebbe «perso efficacia», insomma annullata, se l’effettivo passaggio non fosse mai avvenuto. Senza peraltro mettere un termine temporale. E, in effetti, è quel che avvenne nel 2018 quando la Provincia alzò le mani e disse: costa troppo, non se ne fa nulla. Solo che… tando alle carte (l’atto fu stipulato davanti al segretario comunale di allora, dott. Bruno Armone Caruso), dal 2013 al 2018 l’ex Ospedale “Gallo” era nelle mani del Comune. E non della Provincia. Cosa che ovviamente nessuno ha mai considerato… forse nemmeno in Provincia: perché altrimenti non si spiega il fatto che la Provincia stessa, nell’aprile 2016, si fece carico dei lavori per murare e sigillare il “Gallo” sotto segnalazione del Comune. Perché farlo, se si pensava che il possesso del bene fosse comunale?

POOL DI TECNICI PER SCIOGLIERE LA GRANA… E CAPIRE CHI DEVE PAGARE
E si badi bene che non è una grana giuridica fine a sé stessa. Il vero problema sono i soldi: a chi compete farsi carico del decadimento della struttura dal 2013 al 2018? Quanti sono i danni? A che epoca risalgono? E chi deve pagare? Per rispondere almeno alle prime due domande è stato nominato un pool di tre tecnici, uno per ogni parte in causa (Comune, Asl e Provincia). Hanno effettuato sopralluoghi e perizie e presto tramuteranno tutto in una relazione che consentirà di capire qual è l’entità del problema. Poi toccherà alle Amministrazioni litigare per spartirsi il problema: ed è qui che si rischia di finire davanti al giudice. Difficile immaginare che tutto questo non costituirà un passaggio cruciale in tutti i discorsi futuri sulle possibili ridestinazioni del vecchio edificio. Sempre ammesso che vi siano idee in merito (e per ora non ci sono).

LAVORI URGENTI: PACE TEMPORANEA
La scorsa settimana l’Asl – che è ufficialmente rientrata in possesso del “Gallo” nel 2018 – ha recintato l’ex Ospedale per motivi di sicurezza: coppi e persiane sono a rischio caduta. È stato come infilare un dito in un vespaio. Il giorno dopo la notizia, l’assessore all’istruzione Luca Robaldo e il preside dei Licei, Bruno Gabetti, si sono piazzati davanti all’edificio ribadendo che non avrebbero accettato la cosa. Soprattutto perché l’Asl non aveva parlato di intervento urgente, ma aveva fissato un generico termine al 31 dicembre 2021. «Assurdo – ha detto Robaldo –. Concordiamo col fatto che la sicurezza vada messa al primo posto, ma davvero le tempistiche saranno queste?». Gabetti: «Ora è cominciata la didattica in presenza al 70%: centinaia di studenti passano lì di fronte. Le auto scorreranno praticamente a fianco dei ragazzi». Per questo singolo intervento il Comune, la Provincia e l’Asl hanno accettato di lavorare in campo neutro: lunedì il sindaco Paolo Adriano, il presidente provinciale Federico Borgna e il direttore generale Asl Salvatore Brugaletta hanno deciso di stipulare una tregua temporanea. Appena arriverà il conto generale, comincerà a girare il cerino.

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