Indagine in Comune a Roburent: sindaco, vice e tecnico si avvalgono della facoltà di non rispondere

Sono comparsi mercoledì davanti al GIP di Cuneo. L’inchiesta che li coinvolge conta sei faldoni pieni zeppi di documenti. 

Sono comparsi mercoledì davanti al GIP di Cuneo. Ma Bruno Vallepiano, Enzo Giusta e Umberto Garelli, rispettivamente sindaco, ex vicesindaco e tecnico del Comune di Roburent, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’inchiesta che li coinvolge come indagati pesa, in termini di carte, sei faldoni pieni zeppi di documenti. La difesa ha chiesto l’acquisizione degli atti, prima di poter rispondere al giudice per l’interrogatorio di garanzia.
Indagati assieme a Vallepiano, Giusta e Garelli ci sono anche il segretario comunale Laura Fenoglio e la responsabile dell’Ufficio ragioneria Roberta Regis.

IL NUOVO BLITZ E L'INDAGINE

Restano anche, per ora, le misure cautelari. Da lunedì, il sindaco non può più andare in Municipio e sottoposto a obbligo di dimora: potrà mettere piede nel palazzo comunale solo per atti urgenti, Giunte e Consigli. Stessa misura per Garelli. Gli avvocati difensori presenteranno richiesta di riesame per la revoca delle misure solo dopo aver visionato gli atti.

Le IPOTESI DI REATO
Pesantissime per tutti gli indagati. Per Vallepiano (difeso dall'avvocato Leone di Cuneo): abuso d'ufficio, frode processuale, falso morale e ideologico. Per Garelli: abuso d'ufficio, frode processuale, falso morale e ideologico, soppressione e occultamento di atti. Per Giusta: favoreggiamento, falsità materiale e ideologica. Per Fenoglio: false informazioni al PM, favoreggiamento, falsità materiale e ideologica in atto pubblico.  Per Regis: falsità materiale.

Le indagini sulla coop
Oggi vengono alla luce i nomi, ma l’indagine parte da lontano. Era il 1° settembre, quando i Carabinieri effettuarono la prima ispezione in Municipio e in alcune abitazione private. Un’operazione autorizzata dalla Procura nata in seno alle indagini sulla gara d’appalto del 2014 per la gestione degli impianti sciistici. Il Comune li affidò alla “Robur Coop”, la cooperativa in cui lavora Vallepiano. Ma l’indagine in questi mesi sarebbe andata molto più avanti e oggi riguarderebbe anche altri tipi di lavori. C’è di più: nelle carte della Procura (l’inchiesta è in mano al sostituto Maurizio Picozzi) ci sarebbe l’ipotesi che, nei mesi successivi alla prima perquisizione (a settembre), gli indagati avrebbero “messo mano” alle carte, come figura da alcune delle ipotesi di reato. Lunedì sono stati perquisiti gli uffici comunali e le case private degli indagati.

Il giallo della lettera di minacce
Un anno fa l’ex assessore Giulia Negri (“dimissionata” dalla Giunta di Vallepiano dopo una serie di contrasti) aveva dichiarato di aver ricevuto una lettera anonima, con tanto di bossoli di proiettile e frasi minatorie che la invitavano a “non mettere il naso”. Da qui era partita la denuncia ai Carabinieri: non è chiaro se l’indagine di oggi sia collegata a quei fatti, ma è evidente che il clima nel paese è turbolento da un po’.
La minoranza chiede chiarezza
Oggi la Negri è passata in minoranza e dichiara assieme ai colleghi Piercarlo Negro, Pierangelo Robaldo e Francesco Pietromica: «Riteniamo gravi le accuse formulate dalla Procura sia nei confronti del Sindaco che dei dipendenti. Auspichiamo che il sindaco si dimetta volontariamente. In ogni caso stiamo già valutando di presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti».

Il futuro del Comune
Dal sindaco non arriva nessuna dichiarazione. È assistito dall’avvocato Alberto Leone di Cuneo: «Il sindaco verrà ascoltato mercoledì dal procuratore, attendiamo l’interrogatorio prima di pronunciarci». Fissati anche gli interrogatori per Garelli e Giusta. Come farà Vallepiano a continuare a esercitare il ruolo di sindaco, se non può andare in municipio? «L’ordinanza gli consente di accedere al palazzo comunale per atti urgenti o per presiedere il Consiglio o la Giunta – afferma il suo avvocato –. Non posso pronunciarmi nel merito». L’avvocato però ammette che «se la Procura confermasse l’obbligo di dimora, una valutazione sarebbe normale».

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