Il Senatore Mino Taricco, insieme ai colleghi Fedeli, Laus, Valente, Pittella, Ferrazzi, D’Alfonso, Stefano, Iori, Vattuone, Astorre, Parrini, Rojc, Cirinnà, Paola Boldrini, Biti, Giacobbe, Manca, ha interrogato il Ministro della Giustizia ed il Ministro degli Affari Esteri per riportare l’attenzione sul caso del giovane Leonardo Motera, il 18enne monregalese accusato di traffico internazionale di stupefacenti e trattenuto in Inghilterra da oltre 6 mesi. Per la difesa, si è sempre trattato di un caso di enorme errore giudiziario: «Leonardo si era trasferito a Londra per lavorare – spiega il suo avvocato, il legale Enrico Martinetti –. Venne portato in un opificio a Lenwade per un "appuntamento per un lavoro", e capì che il "lavoro" era nella produzione di droga. Venne di fatto sequestrato, gli furono tolti documenti e telefonino. Poi, quando le forze dell'ordine irrompono nel locale, a luglio, venne arrestato con l'accusa di traffico di stupefacenti». «Una vicenda grottesca» la definiscono i parlamentari
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«Risulterebbe che il giovane Leonardo – scrive il senatore Taricco –, rimasto senza occupazione ed attivandosi nell’immediato nella ricerca di un nuovo impiego, abbia incontrato un uomo che, con la promessa di un nuovo posto di lavoro fuori Londra, lo abbia trasferito in una non ben precisata località nel Norfolk, nella costa inglese orientale, in una struttura che si sarebbe poi rivelata una trappola nella quale è stato posto in condizioni di totale privazione della propria libertà personale, e costretto contro la sua volontà a cooperare alla coltivazione di piante di cannabis, ovviamente illegale, in una sorta di piantagione in serra allestita all’interno di un edificio industriale che sarà oggetto di una retata il 16 luglio da parte della polizia inglese nella quale viene insieme a tutti i presenti arrestato. Dal 29 Ottobre scorso ne è stato poi disposto il suo stato di libertà provvisoria, in attesa del processo dibattimentale che avverrà solamente a partire dal prossimo Luglio».
«Abbiamo voluto così richiamare l’attenzione dei Ministri della Giustizia e degli Affari Esteri per valutare una ipotesi di cooperazione tra i Ministeri – italiano e quello inglese – e mettere così il giovane nella possibilità di dimostrare la propria innocenza di fronte alla Corte di Giustizia inglese e la sua estraneità al gruppo criminale che gestiva la produzione ed il traffico di sostanze stupefacenti. Abbiamo chiesto altresì ai Ministeri competenti di valutare tutte le iniziative previste dalla “Decisione Quadro 2009/829/GAI del Consiglio del 23.10.2009 sull’applicazione tra gli Stati Membri dell’Unione europea del principio del reciproco riconoscimento alle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare, in modo tale che il giovane ragazzo possa scontare la misura cautelare alternativa in Italia presso la residenza del padre – conclude Taricco – anche per non lasciare che un eventuale ingenuo affidamento, che il giovane ha già pagato carissimo con il suo sequestro e un periodo di fatto di semi-schiavitù o comunque di totale privazione di libertà, di cui è stato oggetto, rischi di trasformarsi, in una sorta di drammatica commedia degli equivoci, in una tragedia personale e familiare».