Se ne va un altro testimone della lotta della resistenza in Valle Pesio. Giovenale Giaccardi, 96 anni, deceduto all'ospedale Santa Croce di Cuneo, era stato tra i protagonisti di quell'epopea storica.
Cuneese, Giaccardi era uno dei fondatori del gruppo degli studenti al rifugio Sestrera in Alta Valle Pesio, per poi confluire nella divisione autonoma R con Piero Cosa. Era un reduce della Battaglia di Pasqua, uno dei fatti d'arme più significativi combattuti nelle nostre valli tra partigiani e truppe nazifasciste. Due giorni di intensi combattimenti in cui un manipolo di 200 partigiani dovettero difendersi da circa 3000 nemici. Tornato alla vita civile Giaccardi fu professore alle superiori di Fossano e Mondovì e successivamente al liceo classico di Cuneo, dove insegnò fino al 1989. Fu tra il gruppo di reduci che diedero vita all'Istituto storico della resistenza di Cuneo, nel 1964. Lascia la figlia Teresa, il fratello Sergio, la sorella MAria e i nipoti. I funerali saranno celebrati lunedì 9 marzo alle 10 presso la chiesa del Cuore Immacolato a Cuneo.
Lo ricorda così il professor Ernesto Billò: «Figura snella, scattante, volto serio e pensoso, non aveva da faticare nell’ottenere disciplina e attenzione: aiutava pure noi a riflettere su grandi pensieri e grandi pensatori. Sintetiche e chiare le spiegazioni e gli stimoli alla lettura e al dialogo “socratico”. Poi le interrogazioni a gruppi erano occasioni di ulteriori apprendimenti e approfondimenti, anche sui metodi di studio e di conoscenza. La mia classe non poté averlo per tutto il corso liceale, perché poi passò – credo- a Fossano, infine nella sua Cuneo. Dopo di lui giunse dalla Liguria il prof. Ezio Petrolini, filosofo assai diverso ma non meno comunicativo e umano, ed esperto a sua volta del mondo e della durezza del lager.
Solo più tardi scoprimmo che il professor Giaccardi, così riservato eppure così coinvolgente, era stato partigiano e stava da tempo lavorando ad una storia delle formazioni partigiane in cui aveva militato giovanissimo, le Formazioni “R”, quelle del capitano Piero Cosa, di Dino Giacosa, di Aldo Sacchetti, di Gigi Scimé, che avevano combattuto – “autonome fra le Autonome” - con vari giovani monregalesi anche a noi ben noti, in Val Pesio, in val Ellero, sulla Tura… Un lavoro lungo e scupoloso, quella Storia, esemplare per metodo e probità. Giunse alle stampe solo nel 1980 per i tipi de L’Arciere e resta uno dei testi più affidabili e durevoli, accanto ai libri appassionati e preziosi di Mario Donadei, compagno di lotta di”Giagio”».