È Pasqua, nonostante tutto. E’ un giorno speciale in una stagione mai vista, segnata dal coronavirus che incombe, che si fatica fermare, che non si riesce ancora a sconfiggere. C’è ansia, c’è incertezza, ci sono paure, sofferenze, fatiche. C’è un tempo ridimensionato, un po’ sospeso. Neanche si può vivere appieno la liturgia. Ma la Pasqua resta, non è azzerata, non è volatizzata. Deve assumere altri passi, un po’ da scoprire, su cui essere attenti e disponibili. Ma la Pasqua non ci lascia soli. Serbiamoci nell’animo queste efficaci riflessioni di un biblista e un po’ poeta, come p. Ermes Ronchi. Aiutano.
«Alle volte ho un sogno: che al Santo Sepolcro ci sia un diacono annunciatore a ripetere, ai cercatori, le parole dell’angelo: non è qui, vi precede. È fuori, è davanti. Cercate meglio, cercate con occhi nuovi – ha scritto su ‘Avvenire’ p. Ermes Ronchi –. Vi precede in Galilea, là dove tutto è cominciato, dove può ancora ricominciare. L’angelo incalza: ripartite, Lui si fida di voi, vi aspetta e insieme vivrete solo inizi. Vi precede: la risurrezione di Gesù è una assoluta novità rispetto ai miracoli di risurrezione di cui parla il Vangelo. Per Lazzaro si era trattato di un ritorno alla vita di prima, quasi un cammino all’indietro. Per Gesù invece è un cammino in avanti, entra in una dimensione nuova, capofila della lunga migrazione dell’umanità verso la vita di Dio. La risurrezione non è un’invenzione delle donne. Mille volte più facile, più convincente, sarebbe stato fondare il cristianesimo sulla vita di Gesù, tutta dedita al prossimo, alla guarigione, all’incoraggiamento, a togliere barriere e pregiudizi. Una vita buona, bella e felice, da imitare. Molto più facile fondarlo sulla passione, su quel suo modo coraggioso di porsi davanti al potere religioso e politico, di morire perdonando e affidandosi. La risurrezione, fondamento su cui sta o cade la Chiesa (stantis vel cadentis ecclesiae) non è una scelta degli apostoli, è un fatto che si è imposto su di loro. Il più arduo e il più bello di tutta la Bibbia. E ne ha rovesciato la vita».
Buona Pasqua ugualmente, eccome