Attacchi di panico al momento del rientro in classe. Crisi d’ansia, di sonno e almeno un tentativo di “atto anti-autoconservativo” – il termine tecnico con cui si aggira quella brutta parola, orrenda quando si parla di adolescenti, ovvero: il suicidio. Non serviva la recente tragedia di Palermo per gettare luce su un fenomeno che ben noto a chi si occupa delle problematiche giovanili, ovvero la crisi che sta travolgendo gli adolescenti dopo un anno di lockdown e col ritorno a scuola. «La chiusura forzata in casa è stata dura – spiegano le dottoresse Barbara Nano e Chiara Mondino del Servizio di Neuropsichiatria infantile Asl CN1 –, ma la fase di rientro ci preoccupa ancora di più. Tanti ragazzi sono andati in crisi di colpo. Le richieste di intervento sono cresciute di colpo». Cresciute, dicono, in numero e in gravità. Ecco perché si sta parlando di costruire una rete di supporto ai teenagers, prima che i casi esplodano. Il primo passo: riaprire lo sportello “SMArt” in corso Statuto col progetto Cantiere adolescenti. L’iniziativa viene a galla nelle riunioni col gruppo “Priorità alla Scuola”.
IL DISAGIO AL RIENTRO DOPO MESI IN CASA
È dallo scorso febbraio che migliaia di ragazze e ragazzi si sono trovati chiusi in casa davanti a un computer e strappati al loro mondo primario, quello della socialità del gruppo di coetanei (a scuola, nello sport, in giro con gli amici). Le conseguenze sono arrivate: «Siamo in presenza di un fenomeno che sta diventando allarmante – affermano le dottoresse Nano e Mondino –: abbiamo segnalazioni crescenti di crisi di ansia o attacchi di panico, disturbi del sonno, adolescenti che rifiutano il cibo». Si parla di soggetti anche di 13 o 14 anni, l’età delle Scuole medie: «I ragazzi di seconda e terza media sono rimasti chiusi in casa in DAD per quasi un anno, con una breve parentesi in estate e un ritorno a scuola solo parziale a settembre. Ora, dopo nuovi mesi di stop, è emerso che il rientro in classe avviene con fatica. Ci sono genitori che ci hanno segnalato che i loro figli sono stati colti da crisi al momento del rientro alla normalità». C’è chi teme che il peggio debba ancora arrivare e che quanto intravisto fra la scorsa estate e l’autunno sia solo una parte di un’impennata in arrivo.
I GENITORI: «SERVE UN SUPPORTO»
Il gruppo di genitori “Priorità alla Scuola Mondovì” ha toccato anche questo tema nell’incontro tra famiglie e Comune avvenuto la scorsa settimana: «Tanti genitori stanno manifestando la necessità di un supporto psicologico per i propri figli – dice Valentina Giacardi, referente del gruppo –. C’è chi ha segnalato episodi puntuali, anche gravi, che si stanno facendo numerosi e preoccupanti». Siccome il fenomeno è ampio, il mero intervento “a chiamata” di uno psicologo nelle scuole potrebbe non bastare: «Serve una rete di supporto – affermano le dottoresse – che coinvolga i genitori, il Comune, il Servizio di Neuropsichiatria, l’Asl e il Servizio di Psicologia, il Consultorio, per dare ai ragazzi una risposta». Luca Robaldo, assessore alle Politiche giovanili e Istruzione: «Il primo passo potrebbe prevedere la riapertura dello sportello “SMArt” in corso Statuto, il centro di ascolto giovanile del progetto “Cantiere adolescenti” che aveva aperto nel dicembre 2018 e che ora è sospeso. Stiamo parlando di una tematica importantissima e garantiamo che il Comune farà la sua parte nell’attivarsi per questo tipo di esigenza».
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