Ancora una volta, Mondovì apre le braccia a chi scappa dalla guerra. Sono arrivati nei giorni scorsi due nuclei famigliari, solamente composti da madri e bambini. Cinque persone in tutto. Sono giunte a Ceva, in pullman: non parlano italiano, non hanno contatti. Oggi sono ospitate nelle strutture gestite dalla rete SAI, Sistema Accoglienza e Integrazione – l’ex “Sprar”, il Sistema sociale che accoglie i profughi e i rifugiati. Se ne sta occupando il CSSM, Ente capofila a cui compete il coordinamento dell’accoglienza.
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