Una richiesta di poter «svolgere attività religiosa» in un locale di via Trieste: un ex locale commerciale, ora acquistato, da utilizzare sia per il Ramadan (appena cominciato) che per le preghiere settimanali. È l'istanza avanzata dalla Comunità musulmana monregalese al Comune di Mondovì, a gennaio. Una seconda "moschea" in città, o comunque un locale per la preghiera, dopo quella di via Cuneo che non sarebbe più sufficiente a contenere il numero di fedeli. Una richiesta legittima ma che ha già scatenato una reazione politica. Anche perché, nel frattempo, è subentrato un problema di tipo edilizio.
Nei locali sono infatti già cominciati alcuni lavori edili interni: ma sono stati bloccati perché irregolari e sanzionati dal Comune come "abusi edilizi". Ma intanto la notizia ha fatto il giro, ed è diventata caso politico: il gruppo di Centrodestra locale (Mauro Gasco della lega, Rocco Pulitanò di Fdi ed Enrico Rosso di Ideali in Comune) ha inviato un'interrogazione al sindaco, chiedendo anche se la zona possa ospitare un servizio come quello: «Ci risulta che a Mondovì sia in corso un'operazione per realizzare una seconda moschea, dopo quella già attiva in città in via Cuneo. Come risulta da una comunicazione al sindaco dei giorni scorsi parte della Comunità dei Musulmani di Mondovì, a gennaio hanno preso il via una serie di lavori in un locale in via Trieste 20, a Mondovì, già sede in precedenza di un'attività commerciale, ed inserito in un'area dove ci sono attività artigianali e commerciali. Gli stessi lavori servirebbero per “predisporre il locale per svolgere attività religiose”: a tutti gli effetti una seconda moschea in città. Le operazioni sarebbero poi state fermate con un'ordinanza del Dipartimento tecnico, che ravvisava in pratica un abuso edilizio di cui all'ordinanza n. 63 del 14 marzo 2023».
Nell'ordinanza, si legge che «il Comando Polizia Locale ha comunicato che in data 11/03/2023 sono state accertate nell’immobile sito in Via Trieste , attività edili in corso, consistenti nella costruzione di bagni e suddivisione dell’immobile sia al piano terreno che al piano primo» e che a seguito dell'accertamento delle violazioni «sia necessario adottare un provvedimento di sospensione dei lavori stessi al fine di impedire la loro prosecuzione».
I tre consiglieri, in una nota scritta, lanciano anche una dura frecciata politica: «Un ulteriore elemento diciamo così, decisamente particolare, della vicenda è che il presidente della Comunità dei Musulmani di Mondovì che ha agito in modo così anomalo, a quanto ci risulta, era uno dei candidati in una lista civica a sostegno dell'attuale sindaco Robaldo alle ultime elezioni comunali. Ci teniamo ad ottenere una serie di chiarimenti da parte della maggioranza sulla questione. Mondovì avrà quindi una seconda moschea? Chi la utilizzerà, dato che negli ultimi periodi la presenza di stranieri extracomunitari a Mondovì non sembra avere avuto un incremento tale da giustificare questo genere di operazione? Sarà a beneficio dei paesi limitrofi? Ci chiediamo se effettivamente la realizzazione della nuova moschea sia compatibile con quell'ambito urbanistico cittadino, dove sorgono attività commerciali ed artigiane; e se il sindaco abbia intenzione di concedere il permesso di concretizzare questa idea».
Il sindaco, Luca Robaldo: «Risponderemo in Consiglio comunale. Il Centrodestra, ormai, è prevedibile»
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