Un modellino da tremila mattoncini “fa rivivere” l’antico Filatoio di Rocca de’ Baldi

Opera di Riccardo Barberis, ospite della Casa di riposo di Crava, insieme all’amico Osvaldo: «Per passione ho ricostruito anche il castello di Rocca»

Riccardo Barberis con l'amico e aiutante Osvaldo

79 anni, originario dei Mussi di Pianfei, meccanico per tanti anni a Mondovì, prima in via Rosa Bianca e poi in via Sant’Agostino, con laboratorio in via Fossano, dietro la stazione, il signor Riccardo Barberis è un’autentica forza della natura. Lo abbiamo incontrato lunedì mattina alla Casa di riposo “Fondazione fratelli Gallo” di Crava (Rocca de’ Baldi), dove è ospite da qualche anno e dove ogni giorno si dà un gran da fare: cura il giardino e l’orto nella bella stagione, mentre con l’arrivo del freddo inizia a lavorare sodo nel suo “laboratorio”, una stanza al piano terra della struttura, che l’Amministrazione gli ha messo appositamente a disposizione. «Su suggerimento di mia nipote, mi sono appassionato alla costruzione di modellini in mattoni d’argilla – ci ha raccontato –. Ho iniziato con creazioni semplici e “più piccole”, poi via via mi sono specializzato». Accompagnato dal presidente della struttura, Michele Quaranta, e dal volontario e “aiutante” Osvaldo Barberis, il signor Riccardo ci ha mostrato con orgoglio la sua ultima “impresa”: una magnifica riproduzione dell’antico Filatoio di Rocca de’ Baldi, risalente ai primi anni del ‘600 e demolito a metà del ‘900.

Michele Quaranta: «Una struttura importante, che ospitava 200 donne manovali»
«Partendo da una fotografia storica dell’edificio e dai racconti di chi ancora si ricordava lo stabile – spiega Michele Quaranta –, Riccardo e Osvaldo hanno realizzato un modellino davvero incredibile, che permette finalmente di rendersi conto “dal vero” di quanto fosse grande e importante per il territorio la nostra “filanda”, voluta e costruita dai Conti Morozzo della Rocca. C’era tutta la parte “produttiva”, legata alla lavorazione della seta dei bachi, poi c’era la parte delle stanze, che potevano ospitare fino a 200 donne manovali, provenienti da tutti i paesi vicini. A fianco, in un fabbricato più piccolo, c’erano un fabbro e la ruota di un mulino, che probabilmente azionava anche i macchinari della filanda».

Riccardo Barberis nel suo laboratorio in Casa di riposo, con le sue creazioni per il presepe

«Inizialmente volevamo riprodurre il Santuario di Vicoforte»
«Con l’aiuto di Osvaldo e seguendo il disegno di Michele, abbiamo prima costruito una serie di supporti in legno “interni”, pannelli sui quali poi abbiamo incollato i mattoncini, per “tirare su” i muri – spiega Riccardo –. Per la filanda ho dovuto creare, tagliare e comporre circa 3 mila mattoncini. Mi sono costruito uno strumento apposito: in tutto credo di averne fatti già oltre 12 mila. In precedenza avevamo portato a termine un altro grosso lavoro: la riproduzione del castello di Rocca de’ Baldi, adesso esposta all’interno del maniero stesso. In più, mi diletto a costruire una serie di casette, negozi e allestimenti in pietra e mattoni, che poi la Casa di riposo utilizza per comporre il presepe – aggiunge –. Siamo partiti dall’idea di ricreare il Santuario di Vicoforte, per ora ci siamo fermati alle costruzioni “di zona”, poi vedremo». L’entusiasmo e la determinazione comunque non mancano al signor Riccardo che, all’interno del suo laboratorio, ci mostra anche una serie di contenitori, già zeppi di mattoncini di ogni dimensione… pronti per una nuova sfida.

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