Lo scontro è in corso. E in attesa del presidio che si terrà domani, 21 febbraio, davanti alla sede ACEM, la società Proteo Ambiente replica con una nota scritta ai sindacati che, giorni fa, hanno contestato - LEGGI QUI - l'applicazione del contratto "da cooperative sociali" ai lavoratori che sono passati di azienda. «Prendiamo atto del disappunto delle organizzazioni sindacali che riteniamo essere una questione meramente ideologica, che si limita al solo aspetto della rappresentanza sindacale e non può in alcun modo riferirsi a concrete rivendicazioni di tipo economico, visto che non solo sono state garantite le stesse condizioni retributive e normative precedenti per i lavoratori interessati dal passaggio e pertanto senza alcun peggioramento delle attuali situazioni contrattuali, ma è stato anche previsto, in favore di questi ultimi, il riconoscimento di una ulteriore premialità legata alle presenze ed alla partecipazione lavorativa dei dipendenti. Il passaggio di personale, che è stato effettuato ai sensi dell’art.57 del D.Lgs. 36/2023 (Codice dei contratti pubblici), rappresenta un livello normativo superiore rispetto alla norma riferita ad un contratto collettivo specifico alla quale invece fanno riferimento le OO.SS. Infatti, l’art. 57 prevede che per gli affidamenti dei contratti di appalto, gli avvisi devono contenere “specifiche clausole sociali con le quali sono richieste, come requisiti necessari dell'offerta, misure orientate tra l'altro a garantire le pari opportunità generazionali, di genere e di inclusione lavorativa per le persone con disabilità o svantaggiate, la stabilità occupazionale del personale impiegato, nonché l'applicazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali di settore, tenendo conto, in relazione all'oggetto dell'appalto o della concessione e alle prestazioni da eseguire anche in maniera prevalente, di quelli stipulati dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e di quelli il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto o della concessione svolta dall’impresa anche in maniera prevalente, nonché a garantire le stesse tutele economiche e normative per i lavoratori in subappalto rispetto ai dipendenti dell'appaltatore e contro il lavoro irregolare.”
Inoltre, a seguito del recente rinnovo del CCNL delle Cooperative Sociali, sottoscritto dalle stesse organizzazioni sindacali che oggi ci attaccano, l’art. 1 ribadisce esplicitamente che il contratto applicato per le cooperative sociale e per le imprese sociali che hanno come finalità l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate (come nel caso di Proteo Ambiente Impresa Sociale) è proprio il CCNL Cooperative sociali, il quale prevede altresì, proprio per il raggiungimento delle finalità poc'anzi indicate, tutta una serie di agevolazioni e incentivi in favore dei lavoratori, come l'accesso al microcredito aziendale e un supporto nella gestione dei finanziamenti con gli istituti di credito o la particolare scontistica presso i punti vendita Naturasì e Altromercato.
Con questo passaggio intendiamo pertanto rivendicare che i servizi ambientali possono essere gestiti anche da imprese no profit, a partecipazione e proprietà diffusa, che attraverso queste attività realizzano anche il fine nobile dell’inclusione sociale.
I sindacati, per gli orizzonti ideali che li contraddistinguono, dovrebbero valorizzare queste esperienze e sostenerle con coraggio, anziché vedere le imprese no profit come una minaccia che oscuri la capacità di rappresentare le posizioni dei lavoratori, lavoratori che oltretutto hanno, nella quasi totalità, accolto e firmato la nostra proposta, permettendo a Proteo Ambiente Impresa Sociale di avviare con successo il nuovo affidamento».
Il margine di intesa, per ora, non si vede.
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