Si stanno già facendo i conti. Cominciano i “giorni di fuoco” per la Fondazione CRC. E alla fine è accaduto quello che tutti volevano “che gli altri evitassero”, ma che nessuno ha veramente evitato: lo scontro. Nessuno ha fatto un passo indietro. E la rete delle alleanze politiche per le elezioni regionali si è letteralmente imbrigliata attorno al palazzo di via Roma a Cuneo. Chi vince? C’è chi dice che l’ala che appoggia Mauro Gola sia ormai avanti di un passo definitivo e che si stia già facendo la conta. Il presidente della Camera di Commercio è stato nominato oggi, mercoledì 20 marzo, dal Comune di Dronero: uno dei sei Comuni designanti a questo "giro" di nomine. La sua designazione è comparsa oggi sul sito del Comune come decreto del sindaco Mauro Astesano.
Nei giorni scorsi Federico Borgna, ex sindaco di Cuneo e presidente provinciale che conta sull’appoggio della “sua” città, aveva fatto pubblicamente un apparente “appello alla pace”: «Oggi si sta solo parlando di nomi. Da settimane mi danno come uno dei possibili aspiranti alla presidenza, ma non è una corsa muscolare contro nessuno. Si evitino oggetti di contese su chi governerà pro tempore l’istituzione. Non si distrugge o si svende una casa ogni volta che si cambiano gli inquilini». Ma gli altri assi sono tutti orientati: Alba, Mondovì, e anche il presidente uscente Ezio Raviola. Il Consiglio che vota il presidente, e il suo CdA, è fatto da 20 nomi: ne bastano 11 o 12 per portare a casa il risultato.
Martedì 19 marzo il sindaco di Mondovì Luca Robaldo ha firmato il decreto di nomina dei due rappresentanti monregalesi in CRC, che siederanno nel Consiglio generale. I nomi sono quelli che ci si aspettava: Elena Merlatti ed Elvio Chiecchio. La Merlatti, funzionaria della Regione, già assessora a Mondovì col sindaco Viglione, nel 2022 era candidata a sostegno di Robaldo con la lista “Mondonuova” e, secondo alcuni, ha tutte le carte in regola per essere la papabile “quota rosa” di vicepresidenza nel futuro CdA. Elvio Chiecchio, già commerciante e imprenditore, era stato anche consigliere comunale (sempre con Viglione), consigliere CRC fino al 2020 (nel primo mandato Genta), non venne rinominato nel 2020 e negli ultimi anni era in CRC Innova. «Abbiamo individuato due personalità esperte che svolgeranno il ruolo in modo qualificato, con disponibilità e trasparenza – afferma Robaldo –. Li ringrazio personalmente per essersi messi a disposizione, così come esprimo la mia riconoscenza alle altre cinque persone che hanno partecipato al bando: un segnale davvero apprezzabile per la nostra realtà».
C’è attesa per la nomina villanovese, attesa per giovedì. Sono pervenute cinque candidature: Mario Arnaldi, Paolo Boetti, Paolo Manera, Gianpiero Lucchino e l’ex sindaco fariglianese Mirco Spinardi (consigliere CRC uscente e, secondo i rumors, prossimo alla riconferma).
Poi ci sono due nomi “di categoria” che, per rotazione, devono essere di area monregalese-cebana: uno verrà da Confindustria, che lo renderà noto il 22 o 23 marzo (il nome è quello di Gianluigi Delforno, storico direttore delle “Acque San Bernardo” di Garessio) e uno di area sindacale scelto da una terna concordata fra Cgil, Cisl e Uil.
Robaldo getta lo sguardo in avanti: «La sfida, ora, diventa quella di creare una squadra coesa capace di continuare il percorso fin qui garantito dall’attuale rappresentanza di area monregalese, a partire dal presidente Ezio Raviola a cui va il più sentito ringraziamento da parte della nostra comunità. In merito alla futura governance, seguo l’evolversi della situazione e torno a ribadire che Mondovì sta lavorando per costruire un Consiglio di amministrazione dove tutte le istanze si sentano rappresentate e dove non vi siano coloriture di parte». Messaggio chiarissimo: nessuna ingerenza “di partito”. Una risposta indiretta – ma forse nemmeno troppo – alle parole di Patrizia Manassero, la sindaca di Cuneo, che si era sbilanciata a favore di Borgna sulle colonne de “La Stampa”. E che qualche giorno fa, come il suo predecessore, ha affermato: «Ritengo utile e necessario evitare forzature o, peggio, strappi e sviluppare un confronto sulle linee programmatiche e sugli obiettivi che Fondazione deve perseguire, estendendolo anche alle categorie economiche». La Manassero chiosava così: «I tempi sono stretti ma c’è ancora tutto lo spazio per concordare». Ma i colloqui che si dice siano avvenuti nei giorni seguenti non hanno appianato né avvicinato. E alla conta dei voti, come si sa, vince uno solo.