Francesco Scarrone è ormai un nome noto, e non solo ai monregalesi, per la sua attività di scrittura tra teatro, letteratura, cinema: tra i molti, ricordiamo il film "The repairman" di Paolo Mitton, girato a Mondovì, il dramma "Ecuba" per Franca Nuti, il romanzo "Di lama e d'ocarina", ambientato nel mondo del tango e nella pampa brasiliana, uscito per Gorilla Edizioni. Per Rogas Edizioni è apparso invece questo "Dublino 90", che - come chiarisce subito il titolo - è ambientato nella capitale della repubblica irlandese nel 1990. Come ci mostra la copertina, con un labirinto a forma di campo da calcio (i colori, arancio e verde, sono quelli della bandiera irlandese, fra l'altro), il tema centrale è ambientato nel mondo calcistico: un calciatore sul viale del tramonto viene reclutato da una scalcagnata squadra che punta su di lui per la missione impossibile di salvare una stagione disastrosa. Lo spunto rimanda a molte situazioni tipiche della letteratura e del cinema sportivo, affascinando il pubblico che da sempre ama l'epica delle sfide titaniche, anche e soprattutto nello sport. La declinazione che ne dà Scarrone è però particolare, e tipica del suo stile ormai consolidato: sulla dimensione epica prevale infatti nettamente un'ineffabile ironia, che rende le imprese di questa armata Brancaleone del pallone grottesche ed esilaranti al tempo stesso. Tuttavia, più la storia procede, più vedremo che sotto la patina iniziale del sarcasmo riaffiora l'eterno spirito guerriero dell'epos calcistico, e ci affezioneremo alle imprese di questa squadra sgangherata. Scarrone tuttavia si dimostra abile come al solito nel dribbling letterario, e dopo un'azione conclusiva mette in rete un finale su cui non possiamo davvero dire nulla. Insomma, un bel romanzo sul calcio, in una tradizione letteraria, la nostra, che ha nel suo palmares numerose grandi penne che hanno scritto di epica sportiva: dall'immortale Gianni Brera ad "Azzurro tenebra" (1977) di Giovanni Arpino, dalle imprese della Dynamo e della Gagliarda di Peppone e Don Camillo in Guareschi alla "Compagnia dei Celestini" di Stefano Benni. Per non parlare di De Gregori, della "Leva calcistica del '68" e di una vasta tradizione della nostra musica pop: insomma, un libro in grado di sedurre gli appassionati delle sfide in 90 minuti più supplementari.
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