In pochi nel 2011, quando Ghali cominciava ad approcciarsi alla scena hip-hop con il collettivo ‘Troupe d’Elite’, avrebbero immaginato che il ragazzo sarebbe stato in grado di ritagliarsi un ruolo così importante nel difficile universo del rap nostrano. Eppure il classe ‘93, nell’ultimo anno, ha collezionato dischi di platino, tra cui quello per l’album ‘Album’, già a pieno titolo nel novero delle migliori pubblicazioni del 2017.
Nonostante la relativa rapidità con cui è salito agli onori della cronaca, il successo di Ghali è tutto fuorché casuale, anzi: indiscutibile talento, grandi capacità di comunicazione con un utilizzo efficace dei social e spirito imprenditoriale (applicato anche in altri ambiti, come testimonia la fortunata ‘Sto Clothing’). Lui stesso in un’intervista rilasciata qualche mese fa a Rolling Stones ha spiegato come un musicista nel 2017 debba per forza essere imprenditore: lo conferma l’autonomia che contraddistingue il lavoro del rapper, che anche per la realizzazione del disco si è affidato esclusivamente al producer Charlie Charles, autore di tutte le basi.
La poetica di Ghali è pressoché inconfondibile: grande autobiografismo ma spogliato della componente sfacciatamente autoreferenziale tipica del rap, liriche a tratti al limite del nonsense, frequenti richiami alla cultura islamica e ai cartoni animati, senza dimenticare la soddisfatta voglia di riscatto che percorre più o meno velatamente tutti i pezzi. E siamo sicuri che la parabola di Ghali sia ancora in fase ascendente: se non siete convinti, venerdì sera a Mondovicino avrete occasione di dissipare i vostri dubbi.