Non c’è nulla di strano, in quello che sta capitando ora a Mondovì. È la logica, anche se spiacevole, conseguenza di quello che è successo negli ultimi mesi. Da un lato abbiamo un’Associazione come “La Funicolare”, nata per unire, che si ritrova a fare i conti (che non tornano) con una città divisa, spaccata, piena di inimicizie. Dall’altra abbiamo un’Associazione ("Mondovì+") che, appena nata, già fa discutere nella stessa ottica delle contrapposizioni. Le due cose si combinano benissimo: si confermano e alimentano a vicenda. Basta sentire i discorsi, o leggerli sui social, per accorgersi di una cosa: è tutto un fiorire di “noi”, “voi”, “loro”. Diteci chi siete voi, ecco chi siamo noi, cosa fate con loro, io, tu, mi, vi, eccetera.
A monte di tutto questo pastrocchio c’è una grossa incomprensione: a Mondovì ci sono molti soggetti, attori del centro storico, che pensano che la promozione della città e del centro sia un diritto. E che questo diritto debba essere garantito a monte, magari dal Comune: una cosa che oggi non sarebbe nemmeno pensabile. L’ironia è che l’Associazione “La Funicolare” nacque proprio per ribaltare questo pensiero. Fu fondata per coinvolgere direttamente gli esercenti, per lanciare un messaggio: dovete essere voi i promotori della città, del centro, delle manifestazioni. Perché? Perché siete voi quelli che raccolgono i frutti del rilancio: quindi spetta a voi seminare. Questo, in sostanza, il “significato” dell’Associazione. Ma se oggi questo significato è condiviso solo da un commerciante su tre, il risultato non può che essere questo. Il problema non è che tipo di tessera si ha in tasca, o quante Associazioni esistono: si può collaborare benissimo. Ma non con questo animo. Quelle considerazioni fondate sui pronomi personali sono come auto parcheggiate in mezzo al porfido della ZTL e cioè: da rimuovere.