Forse c’è bisogno di metabolizzare con calma quanto i mass-media invece “bruciano” in un batter d’occhio. Prendiamo ad esempio l’enciclica “Laudato si” di papa Francesco uscita un anno fa. Un documento ampio, articolato, attentissimo a tutti i risvolti della posta in gioco per la sorte del pianeta Terra e dell’umanità che vi vive. Con tutti i rischi di degrado, di inquinamento, di guasti irreparabili… per il creato, purtroppo poco custodito e poco rispettato da più parti. Il testo è un… libro. Va letto senza fretta. E soprattutto va tenuto d’occhio per i passi da compiere, concretamente. In proposito, quattro realtà della Chiesa spagnola (Caritas, Conferenza dei religiosi, Commissione “Giustizia e pace”, “Manos unidas” e “Redes”) hanno deciso di scendere in campo raccogliendo gli input della stessa enciclica “Laudato si”. Nella quale, da una parte “si invita a riflettere ed a partecipare ad un’autentica ecologia umana, perché non esistono due crisi separate, una ambientale e una sociale, bensì un’unica e complessa crisi socio-ambientale”. Dall’altra parte, l’enciclica lancia un appello a “rispondere alla grande sfida della crisi economica che minaccia attualmente il pianeta e l’umanità e della quale i poveri sono le principali vittime”... Insomma c’è il grido della Terra ferita e c’è il grido dei poveri che chiedono giustizia. Così è stato varato un Piano in due anni, una sorta di campagna mirata, sensibilizzando la società sulle conseguenze che l’attuale modello di sviluppo ed i relativi stili di vita producono d’attorno, nella casa comune che è appunto la Terra di tutti, magari facendo pagare un prezzo più alto a chi è maggiormente vulnerabile. E poi c’è da compiere un salto di qualità, rispetto a come ognuno gestisce il suo quotidiano, in rapporto a quanto sottrae di abitabilità e di futuro alla Terra stessa, con le sue abitudini di consumo energetico, magari scelte che inducono spreco, che si basano sul superfluo, che sanno di ingiustizia…. E sono stati individuati dieci punti da porre in agenda. Un decalogo con obiettivi bimestrali: “sostenere la causa dei poveri”; “riscoprire il valore della semplicità nella vita”; “apprezzare l’importanza del comportamento di tutti i giorni”; “apprezzare la diversità del nostro mondo”; “incoraggiare la conversione personale, comunitaria ed ecclesiale”; “prendere le decisioni necessarie, anche se sono costose”; “non sottomettere le proprie azioni agli interessi economici”; “immergersi nella tradizione spirituale”; “guardare alla scienza”; “superare i paradigmi tecnocratici”. Insomma idee e gesti che vorrebbero lasciare il segno. C‘è da interrogarsi se anche in Italia non si possa disegnare un percorso analogo… In fondo la Spagna non è lontana.
Dieci mosse per mettere in scacco l’indifferenza
Con tutti i rischi di degrado, di inquinamento, di guasti irreparabili… per il creato, purtroppo poco custodito e poco rispettato da più parti.