«Non mandate in “polvere” i nostri formaggi di qualità»

Dopo la diffida dell'Unione Europea, Coldiretti scende in piazza a Roma contro l'utilizzo del latte in polvere nei prodotti lattiero-caseari

Grande apporto della delegazione di Coldiretti Piemonte che, con gli allevatori dei territori a maggior vocazione zootecnica, provenienti anche dalla “Granda”, ha raggiunto fin dalle prime ore di mercoledì mattina piazza Montecitorio a Roma. Coldiretti ha portato il suo sostegno alla manifestazione indetta a difesa del “made in Italy” per impedire il via libera alla produzione di formaggi e yogurt anche con latte in polvere che metterebbe a rischio il patrimonio gastronomico italiano con effetti sul piano economico, ambientale ed occupazionale. «Oggi mandano in polvere il latte, domani il Paese”, “Dai regolamenti comunitari alibi per industriali nemici del made in Italy”: questi alcuni testi di denuncia degli striscioni degli allevatori che in piazza, alla presenza dei cittadini e dei parlamentari, hanno mostrato come avviene la produzione del vero formaggio italiano, sfidando l’imposizione di Bruxelles. Sul palco si sono avvicendati numerosi esponenti di tutti i partiti politici ed i rappresentanti delle maggiori Associazioni dei consumatori a dimostrazione della comprensione delle istanze promosse da Coldiretti. L’utilizzo della polvere di latte farà sparire 487 formaggi censiti dalle Regioni italiane e le importazioni di latte e crema in polvere sono aumentate del 16 per cento nel primo trimestre del 2015 rispetto allo scorso anno, secondo quanto emerge da un’analisi Coldiretti presentata in occasione della manifestazione romana.

«L’utilizzo del latte in polvere per la preparazione dei nostri formaggi metterebbe a rischio 51 specialità piemontesi – ha sostenuto Delia Revelli, presidente di Coldiretti Piemonte –. Il comportamento delle lobbies industriali rischia ora di far crollare un patrimonio gastronomico custodito da generazioni grazie alla Legge n. 138 dell’11 aprile del 1974, che garantisce da oltre 40 anni all’Italia primati a livello internazionale. Il superamento di questa norma favorirebbe le frodi, oltre a provocare l’abbassamento della qualità e la perdita di quella distintività che solo il latte fresco, con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali, assicura ai formaggi, agli yogurt e ai latticini made in Italy».

Le esportazioni dei prodotti lattiero caseari italiani sono aumentate del 9% proprio grazie alla reputazione di alta qualità conquistata negli anni a livello internazionale, come emerge da un’analisi di Coldiretti relativa al primo trimestre del 2015. «A rischio c’è l’intero settore lattiero caseario – ha sottolineato Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte –, che ha un’importanza strategica per l’economia e l’occupazione del territorio: in Piemonte conta, infatti, 1.900 aziende, oltre 8 mila addetti, vale 390 milioni di produzione lorda vendibile e ha a disposizione circa 8 milioni di quintali di produzioni L’impiego della polvere di latte significherebbe aumentare la dipendenza dall’estero con la chiusura delle stalle, la perdita di posti di lavoro ed il venir meno del presidio dei nostri territori. Coldiretti porta avanti questa battaglia per far fronte a chi vuol continuare ad importare prodotti dall’estero e spacciarli come “made in Italy”, a causa della mancanza di un adeguato sistema di etichettatura sull’origine dei prodotti lattiero caseari».

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