«Mi ha telefonato decine di volte, insultandomi a ripetizione: non so perché lo facesse». Lo ha confermato Mario Mazza, titolare dell’albergo di Prato Nevoso che nel 2011 alloggiò una sessantina di profughi. È stato lui a denunciare Siaka Keita, profugo dal Mali, uno dei rifugiati che da Lampedusa erano stati portati nel monregalese all’hotel “La Curva”: proprio a fianco della Conca della nota stazione sciistica. Il giudice Coccoli lo ha condannato per molestie a pagare una multa, ma l’uomo oggi è ovviamente irreperibile. «Mi chiamava a qualunque ora –ha detto Mazza al giudice –. Era in possesso del mio numero perché qualche volta avevo lasciato il mio cellulare ai profughi per consentire loro chiamare i loro parenti all’estero».
Il processo si è chiuso giovedì in Tribunale a Mondovì. È solo uno dei tanti strascichi lasciati da quella vicenda. L’arrivo dei rifugiati a Prato Nevoso suscitò una marea di polemiche fra i residenti (vi fu anche un processo a carico di un gruppo di cittadini per il blocco dei mezzi della Croce rossa: furono tutti assolti) e gli stessi rifugiati si lamentarono del trattamento che l’albergo gli stava riservando.
Profugo condannato per molestie all’albergatore
Decine di telefonate al titolare dell'albergo, con insulti. Era uno dei profughi alloggiati a Prato Nevoso.