È marzo, ma sembra gennaio. Ormai ogni anno la storia si ripete. La primavera è ancora lontana e tornano a far da padroni, quando tutto sembrava pronto per il ritorno in campo, neve, pioggia e gelo. Nel mondo ci sono questioni più importanti, ma non sarebbe una brutta idea provare a trovare qualche soluzione ai Campionati persi nel caos. A Mondovì non si gioca: il “Gasco” è inagibile e così squadre e tifosi di Virtus e Pinerolo se ne vanno intorno alle ore 14,30, appena ufficializzato il rinvio. Ancora da stabilire la data del recupero. Rinviato il derby tra Vicese e Garessio in Prima, programmato sul sintetico a Cuneo. Ferma tutta la Seconda Categoria. A caos si aggiunge caos: ormai è palese che ogni anno i Campionati vengano falsati. Ieri, Caraglio-Auxilium Cuneo è stata sospesa a fine primo tempo e andrà rigiocata, con tutto quello che ne consegue. Soldi e tempo sprecati su tutto. Si giocano tantissimi recuperi, si snaturano i calendari, le squadre faticano a mandare in campo formazioni competitive, i giocatori perdono visibilità (piccola soddisfazione, ma perché rinunciarci?), scendono in campo in giorni infrasettimanali di lavoro (magari senza amici e tifosi a vederli), i giornali non possono raccontare le partite, e i lettori a loro volta devono rinunciare ai resoconti dei match persi nelle brume e nelle nebbie di mercoledì-giovedì sera. Così ne pagano le conseguenze tutti: giocatori, tifosi, giornali, appassionati. Fino a quando? L’inverno è qualcosa di ineluttabile e inevitabile, ma servono regole precise, una nuova organizzazione dei tornei dilettantistici e soprattutto, semplicemente qualche nuova idea sul come fare.
Campionati nel caos: tutti ne pagano le conseguenze
Calcio: cosa fare per salvare la passione e l'interesse nei tornei minori?