Chi sta cercando un simbolo visibile, fisico, della fase-2, può farsi un giro in corso Europa a Mondovì. Lo troverà lì, davanti alla Piscina comunale: è quella grande gru, gialla, che aspetta di avviarsi e mettere in moto il cantiere. Del resto, lo stesso presidente della Regione Cirio ci ha fatto su una battuta: «Mio padre mi diceva sempre “Alberto, quando vai in giro, guardati attorno: dove vedi una gru, dove vedi un cantiere, ecco, lì vuol dire che le cose vanno bene”». Da lunedì 4 maggio sono ripartiti anche i cantieri.
Dopo quasi un mese di pausa forzata, a causa del Dpcm dell’11 marzo, è ripartita l’edilizia privata e quella pubblica. E a Mondovì, in quest’ultimo settore, è impossibile non citare le due maggiori opere pubbliche della città, ovvero i lavori alla piscina e quelli all’ex collegio delle Orfane a Piazza. L’intervento alla Piscina comunale, chiusa dalla scorsa estate dopo un guasto all’impianto del cloro, è un maxi-cantiere da 2 milioni di euro che prevede la riqualificazione energetica dell’intero edificio e un intervento sulla vasca grande. Il cantiere delle ex Orfane invece è aperto da lungo tempo. Serve a trasformare l’antico collegio, che si affaccia sopra piazza D’Armi, nella futura sede del “Polo del libro” di Mondovì. Un mega complesso culturale che ospiterà l’archivio storico, il centro-rete della Biblioteca e il nuovo Museo della Stampa.
Curiosità: entrambi i cantieri sono in mano alla medesima impresa, la “Fantino” di Cuneo. Ed era stata la stessa impresa che, dopo l’11 marzo, a chiedere lo stop dei lavori. Anche perché in entrambi i cantieri vi era compresenza di imprese (appaltatrice e subappaltatrici), e le difficoltà nel garantire protezioni e sicurezza erano troppo grandi. «Ora sono ripartite le attività di organizzazione dei cantieri – afferma l’assessore Carboni – in funzione del recepimento delle nuove corposissime misure di sicurezza, finalizzate alla gestione dei lavori nel rispetto dei protocolli anti contagio». Lo stop comporterà ritardi nella consegna delle opere? «Se dall’applicazione dei protocolli di sicurezza scaturirà la necessità di tempi di lavorazione maggiori, questo sarà reso noto. Al momento, non ho riscontri in tal senso. Teniamo conto che la tematica è nuova e complessa».