“Non solo aiutare ma condividere le nuove povertà”

La Caritas dentro l’emergenza indotta dalla pandemia. Altri obiettivi di solidarietà nel cammino quaresimale: Farsi carico dei rifugiati al freddo in Bosnia, per… restare umani; le povertà di casa nostra; il sostegno concreto per l’adeguamento strutturale della Casa del clero

E siamo giunti ormai al secondo periodo quaresimale da vivere ancora in tempo di pandemia. Un lunghissimo periodo trascorso tra problematiche diverse di varia natura. L’informazione da tv e giornali non sempre del tutto corretta ha contribuito a creare molta paura. Soprattutto nella popolazione di una certa età, vedendo scorrere in tv immagini di anziani sofferenti e morenti, è salita una notevole ansia, un malessere, una vera a propria angoscia per il timore della morte. Ma le paure sono state anche altre, come quella della povertà, della cosiddetta “pandemia economica”. Ma pure stati d’ansia, fobie, tristezza, e uno stato di malessere interiore che colpisce grandi e piccoli. In questo clima di grande fragilità l’uomo d’oggi come saprà essere disponibile ad attraversare con coraggio e determinazione il deserto quaresimale per sintonizzarsi con la Buona Notizia?
C’è da rinnovare lo sforzo di prossimità, nel segno dell’invito di Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”, a riconoscere il volto dell’altro, nel farsene carico, nel non voltarsi dall’altra parte. Non per nulla il messaggio per la “Quaresima di fraternità” in diocesi di Mondovì suona così: “Resta umano, fatti prossimo”. E “La Cittadella della carità”, braccio operativo della Caritas, mostra il suo vero volto nell’impegno verso le tante forme di povertà, spendendosi gratuitamente per gli altri con amore tenace, proprio come ha fatto Gesù. Di qui le attenzioni che la nostra diocesi propone di tenere presenti nella “Quaresima di fraternità”: a) le povertà locali che sono accresciute; b) i migranti di Bosnia-Croazia nel freddo della rotta balcanica; c) la Casa del clero, per l’adeguamento della struttura. Durante questo lungo tempo di pandemia i volontari della “Cittadella” hanno cercato di lasciarsi interpellare dall’esigenza di cambiare certi paradigmi nelle modalità di svolgimento del loro servizio: non solo aiutare ma condividere la povertà; esprimere le ragioni della speranza per trovare il senso delle proprie azioni; passare dalla centralità del servizio alla centralità della fraternità e quindi la cura del “come” prima del “cosa”, della costruzione del Noi prima dell’agire; puntare sulla testimonianza prima che sull’organizzazione e sull’efficienza. Il Covid 19 ha prodotto e continua a produrre effetti di drammatica portata sull’economia e sulle condizioni di vita di milioni di persone e questo ci ha interpellati maggiormente anche dal punto di vista di un servizio che deve svolgersi in “sicurezza”.
Nel corso dell’anno 2020 sono state 723 le famiglie che si sono rivolte alla Caritas e di queste 169 sono quelle che sono state incontrate per la prima volta, presenze nuove, con storie diverse. Si è assistito ad un aumento repentino di chi si trova in situazione di bisogno e nella maggior parte si tratta di casi di sussistenza. Infatti tra i problemi evidenziati e le relative di richieste di aiuto troviamo in primo piano quelli economici (509 richieste) e a seguire quelli legati all’occupazione ed alla ricerca di un’attività lavorativa (402 richieste). A distanza numerica troviamo nuove necessità di residenze abitative (205) a cui seguono in numero minore, al di sotto dei 100 casi, quelle legate ai problemi di salute, problemi familiari, di detenzione e giustizia. In ultimo aldi sotto di 10 casi, troviamo le dipendenze, la disabilità, l’istruzione.
Dare ascolto attivo, offrire aiuto e prendersi cura è il modo per mostrare il volto di una Chiesa madre che si prende cura in modo concreto dei più bisognosi e rende testimonianza reale dell’essere credenti che non disgiunge l’annuncio dalla carità.

QUARESIMA DI FRATERNITÀ – Per la “Quaresima di fraternità 2021” in diocesi vengono proposti tre intenti di solidarietà – con l’appello “Resta umano, fatti prossimo” –, che riguardano le povertà di casa nostra a cui cerca di rispondere la Caritas con la “Cittadella della carità” e con i Centri di ascolto, quindi l’urgenza di provvedere all’adeguamento della struttura della Casa del clero al Santuario, infine l’aiuto da portare all’interno della tragedia dei profughi al freddo sulla rotta balcanica in Bosnia Erzegovina.
Sulla situazione davvero penosa ed interpellante dei rifugiati in terra balcanica, si può contare su un prezioso e dettagliato dossier di Caritas Italiana, per farsi consapevoli di un’enorme emergenza pressochè alle porte dell’Europa.

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