Scuole per i più piccoli riaperte subito dopo Pasqua? Una mattinata intera di sciopero alla Dad. Non ci si collega al pc, si avverte la scuola via mail e alle 11 di questo venerdì (il giorno fissato dal movimento a livello nazionale) «ovunque ti trovi suona la campanella, sarà un modo per unire il tuo grido alla nostro in piazza». Così lancia l’appello il movimento di Priorità alla Scuola Piemonte che, al contempo, manifesterà fisicamente a Torino, in piazza Carignano. “La scuola sicura e la scuola si cura”, è questo lo slogan apparso già a Cuneo, piazza Galimberti, dove domenica pomeriggio centinaia di persone hanno manifestato. E qualcosa per la riapertura si sta muovendo.
SCUOLE PER I PIÙ PICCOLI RIAPERTE SUBITO DOPO PASQUA? LE IPOTESI DEL GOVERNO
L’ipotesi è di far tornare in presenza i più piccoli, già dopo le vacanze di Pasqua e “anche in zona rossa”. Si sta parlando di Asili nido, Scuola dell’infanzia e Primaria. Lo dicono direttamente alcune fonti governative: Elena Bonetti, ministro per la Pari opportunità («Con l’aumento delle vaccinazioni, si può rivalutare la possibilità di riaprire»), la presidente della Commissione infanzia Licia Ronzulli (Forza Italia) e anche la frangia Pd nella Commissione Istruzione alla Camera («Crediamo sia importante diversificare non solo per zone a colori, ma per fascia d’età»). Tradotto: una modifica all’attuale Dpcm, che scade il 6 aprile, è tutt’altro che da escludere.
ZONA ROSSA FINO AL 5 APRILE E OLTRE
Ora però esponiamo i fatti e i numeri, quelli del contagi, che relegano ancora il Piemonte in zona rossa per tutta questa settimana. Sarà zona rossa anche la prossima perché poi nei giorni di sabato 3 aprile, domenica di Pasqua e lunedì di Pasquetta scatta in ogni caso il rosso in tutta Italia, ma con il vincolo di una visita al giorno concesso tra le 5 e le 22 verso una sola abitazione privata purché lo spostamento avvenga entro i confini regionali. Questo venerdì uscirà il nuovo report (serve un Rt inferiore all’1,25 – ora siamo a 1,33 – e meno di 250 nuovi contagi settimanali ogni 100.000 abitanti), i numeri rendono probabile la zona rossa fino all’11 aprile. «La curva si sta “appianando”, speriamo che il contagio continui a rallentare» dice il presidente della Regione, Cirio. In ogni caso, fino al 5 aprile compreso, le Scuole saranno ancora in Dad.
«CHIEDIAMO ALMENO MINI-GRUPPI IN CLASSE»
«La riapertura dipenderà dall’andamento del contagio e dal colore collegato allo scenario di rischio in cui si troverà il Piemonte», continua Cirio che era presente alle due ore di dibattito “intenso e a tratti animato”, venerdì scorso, con i gruppi di genitori, raccolti sotto le sigle “Scuole aperte Cuneo”, “PAS Priorità alla scuola” (era presente anche Mondovì) e “Forum provinciale delle famiglie”. «Chiediamo – scrivono i gruppi di famiglie – di garantire fin da subito il ripristino della didattica in presenza fino alla Terza media, di rivedere con urgenza le norme per le zone rosse e, se proprio diventa indispensabile chiudere, che si possano promuovere almeno mini-gruppi classe all’interno degli spazi scolastici o all’aperto. Dopo Pasqua chiediamo si riprenda la scuola in presenza anche per la secondaria di II grado. La mobilitazione non si fermerà. Le famiglie, i bambini e i ragazzi non ce la fanno più».
NODO VACCINI, SI SPOSTA L’APERTURA?
Il presidente Cirio da parte sua ha assicurato che «raccoglierà le segnalazioni» e che «quanto emerso verrà portato nelle riunioni competenti». La scelta di chiudere le scuole «è una sconfitta per le istituzioni». Per il presidente sarà indispensabile «far recuperare ai nostri figli quanto è stato perso. La scuola ci deve però aiutare». «Ma ha aggiunto – scrivono i gruppi – che un tassello fondamentale per la riapertura sarà la campagna vaccinale tra insegnanti e personale Ata: saranno tutti vaccinati per la riapertura, che il presidente ha previsto per il 15 aprile».
SCUOLE SUPERIORI
Ad ora, la sospensione per i più grandi è fissata fino “a data da destinarsi”. Dopo Pasqua, lo spiraglio è in caso di ingresso in zona arancione. Se così fosse, le lezioni fino alla Terza media continuano a svolgersi integralmente in presenza. Mentre i Licei e gli Istituti professionali adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, in modo che almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento degli studenti sia garantita l’attività didattica in presenza.
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