Prima sentenza, in quello che fu chiamato il “giallo Uberti”, venuto a soluzione tre anni dopo l’omicidio di Vito Amoruso, 47 anni, rappresentante di commercio, freddato nel settembre di tre anni fa da un colpo di fucile alla schiena, il 22 ottobre 2015 davanti la propria abitazione, a Torino, in via Valdieri. Ad aver compiuto il delitto fu Daniele Uberti, 46 anni, titolare di un distributore di benzina e di un autolavaggio a Ceva, appassionato cacciatore e, al momento dell’arresto, consigliere di maggioranza nel Comune di Battifollo, reo confesso dell’uccisione di colui che riteneva il rivale in amore, accusato di omicidio aggravato e di ricettazione dell’arma. Con lui furono denunciati anche Thomas Mura, 25 anni falegname originario di Monastero Vasco, abitante a Mondovì (arrestato con l’imputazione di concorso in omicidio e alterazione di arma comune da sparo) e Matteo Carlo Fontana, 29 anni, di frazione Bragioli di Mombarcaro, denunciato a piede libero per aver detenuto l’arma senza averla dichiarata.
Ulteriori particolari su L'Unione Monregalese del 9 maggio 2018