La Confcommercio Monregalese interviene pubblicamente in merito alle notizie, alle voci, ai dati resi pubblici negli ultimi mesi sulla stampa locale e nazionale in merito al progetto di realizzazione del terzo lotto della tangenziale di Mondovì.
Scrive Confcommercio Mondovì: «L’ultimo progetto in ordine cronologico è quello che collegherebbe le curve dei Sciolli (sulla Statale 28 verso Vicoforte) alla strada verso Villanova prevedendo, per il nuovo percorso, un “ritorno” verso la città nel tratto rotatoria del Beila – fornace Pilone per poi tagliare nelle campagne verso il Borgato grazie ad una grande rotonda, prosecuzione con la costruzione di un viadotto di circa 300 metri e di una galleria di circa 600 metri sotto la collina di San Lorenzo nella zona del Borgato per congiungersi alla Statale 28 all’altezza delle curve “dei Sciolli” un po’ più a nord dell’incrocio con via Ermena».
«Alcuni dati per riflettere. La collina di San Lorenzo è considerata zona a pericolosità geomorfologica da elevata a molto elevata dall’attuale PRGC dove si trovano aree quali “porzioni di territorio inedificate che presentano caratteri geomorfologici o idrogeologici che le rendono inidonee a nuovi insediamenti”. “Per quanto riguarda le opere di interesse pubblico ricadenti su tali aree e non ricollocabili altrove, quali infrastrutture viarie (strade, ponti, gallerie) e infrastrutture tecnologiche (acquedotti, metanodotti, linee elettriche e telefoniche,…) sono ammesse a condizione che non creino incremento di rischio sui versanti e sui corsi d’acqua e che siano previste le necessarie opere di sistemazione e difesa degli eventuali dissesti attivi o quiescenti interessati”. E’ proprio il caso di bucare una collina che presenta queste caratteristiche geomorfologiche? Quale garanzia ci sarebbe per le opere soprastanti, in primo luogo le abitazioni?»
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«Come mai queste caratteristiche sono state decisive per scartare il primo progetto che prevedeva la prosecuzione dalla attuale rotatoria del Beila verso la collina di San Lorenzo (pericolosa da bucare) andando a sbucare nella zona tra la località Sciolli e la località Gandolfi, con realizzazione di una galleria? Chi si accollerebbe i costi di una eventuale messa in sicurezza dell’area soprastante nel caso la galleria venga realizzata? L’Anas che realizza l’opera o il Comune sul cui territorio si insedierebbe l’opera? Il passaggio del terzo lotto di tangenziale tra la zona della Fornace Pilone e la zona dei Sciolli costituirebbe uno sbarramento ad una futura espansione urbanistica della città per quanto remota essa possa essere: una tangenziale una volta costruita rimarrebbe per sempre…
Andare in bicicletta da Mondovì a Villanova non sarebbe quindi più possibile, se non passando nelle campagne tra la località Merlo e la località Eula, dal momento che sulle tangenziali tali mezzi non sono autorizzati?
Gli accessi privati attualmente aggettanti sulla strada provinciale dovrebbero avere un innesto direttamente sulla rotatoria più vicina con realizzazione di strade di deflusso parallele al percorso della tangenziale (una per ogni lato) con ulteriore utilizzo di suolo agricolo o quale altra soluzione si adotterebbe? La curva del Beila, dove dovrebbe transitare un tratto del terzo lotto della tangenziale di Mondovì, è notoriamente e storicamente pericoloso in qualsiasi periodo dell’anno, con particolare incidenza durante la brutta stagione in caso di pioggia o neve: come si ovvierebbe a questo dislivello da superare considerando che in quel tratto le costruzioni private sono piuttosto vicine (se ragioniamo in termini di dimensioni di un’opera di questo genere)?
La città ha veramente bisogno di un’opera che, sebbene correttamente indicata come “più economica delle precedenti” comporterebbe ad oggi – alla fase di “studio di fattibilità” da parte dell’ANAS a cui seguirebbero progetto preliminare, esecutivo,… – una spesa intorno ai 100 milioni di euro, salvo ulteriori aumenti?
Quanto consta effettivamente il famigerato “traffico pesante” da deviare dal centro cittadino entrante dalle direttrici di Cuneo, Torino e la fondovalle Tanaro e che deve proseguire per la Statale 28 oltre i Sciolli e viceversa? Perché per le altre destinazioni l’opera già c’è. Non si tratta, piuttosto, di dirottare ulteriormente un traffico turistico e commerciale già profondamente “distratto” dall’attuale percorso che dal casello dell’Autostrada incanala verso le vallate turistiche senza più interessare il centro cittadino? Tutte queste domande sono frutto di riflessioni approfondite da parte di un’Associazione che vuole lavorare per il bene della città. Ci si auspica che non siano fraintese e si rimane disponibili al confronto documentato e costruttivo in merito».
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