Alluvione ’94: «I rimborsi alle aziende restano un atto dovuto»

Il presidente di Confindustria Biraghi ha scritto una lettera ai parlamentari cuneesi e all’eurodeputato Cirio.

Confindustria Cuneo non intende arretrare sull’annosa vicenda legata ai rimborsi che le imprese alluvionate nel 1994 stanno ancora attendendo e che, complice il quadro politico e giudiziario in essere, rischiano di non ottenere. Da anni l’associazione degli industriali cuneesi sta seguendo da vicino le aziende che, danneggiate da quei tragici eventi, decisero di chiedere a Inps, Inail e Agenzia delle Entrate il rimborso dei contributi, dei premi e delle imposte pagati in eccedenza a quanto si rivelò, soltanto anni più tardi, essere in realtà dovuto. Complice la crisi politica seguita al referendum e la necessità di approvare la Legge di Bilancio, gli sforzi profusi alla Camera per inserire un emendamento al testo sono risultati vani. Il presidente degli industriali Franco Biraghi ha così scritto una lettera ai parlamentari della Granda e all’europarlamentare Alberto Cirio per evidenziare nuovamente la gravissima disparità di trattamento con le imprese terremotate della Sicilia.

“Da anni lottiamo a fianco delle imprese su ogni fronte, da Bruxelles a Roma, dalla Commissione Europea al nostro Governo e Parlamento – afferma il leader degli industriali cuneesi, Franco Biraghi -. Il nostro presidente nazionale Vincenzo Boccia ha messo in campo tutto l’appoggio tecnico e istituzionale di Confindustria, abbiamo coinvolto i parlamentari e i membri del Governo espressione del nostro territorio. Abbiamo acquisito pareri legali da accademici di prim’ordine e rinomata competenza. Tutto questo però, sono costretto a constatare, al momento, non è bastato. Alle imprese siciliane è invece bastato molto meno per ottenere un emendamento che servisse a metterle in salvo dalle singolari interpretazioni della normativa che oggi condannano le nostre. Ho ritenuto pertanto doveroso esprimere a tutti i parlamentari, membri del Governo e figure istituzionali della nostra provincia, la generale indignazione delle imprese per questa situazione incresciosa”.

Nella lettera inviata ai senatori e agli onorevoli della Granda e all’europarlamentare Alberto Cirio, Confindustria Cuneo evidenzia proprio la gravissima disparità di trattamento con le imprese siciliane: “Di concreto rimane la crescente frustrazione delle imprese alluvionate, che in Cassazione (sentenza depositata il 6 dicembre) sentono prevalere la “ragion di stato” e che in Parlamento vedono approvati emendamenti ad esclusiva tutela delle imprese siciliane. È vergognoso che a distanza di 22 anni e grazie ad un sistema normativo di aiuti postumi e mal pensati, le imprese non solo non abbiano ottenuto nulla, ma si trovino ad accollarsi anche le spese di tre gradi giudizio. Ci sentiamo dire dalla Corte di Cassazione che ‘le diverse conseguenze che ne discendono in termini di oneri per il bilancio pubblico’ portano ad escludere che vi sia una questione di disparità di trattamento con le imprese vittime del terremoto in Sicilia nel 1990! Sfumata l’occasione della legge di Bilancio, sancito in Cassazione un discutibilissimo principio di diritto, le imprese danneggiate dall’alluvione si trovano a fare i conti con una situazione inaccettabile”. La lettera si chiude con un’esortazione affinché le imprese piemontesi possano beneficiare dello stesso trattamento avuto da quelle siciliane: “Si trovi dunque un provvedimento normativo di prossima emanazione che possa ospitare un emendamento finalmente risolutivo – conclude Franco Biraghi -. Le imprese si aspettano un risultato e di questo esse chiederanno conto a chi le rappresenta in Parlamento, al Governo ed in ogni sede istituzionale competente”.

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