Seconda categoria: due parole che non avremmo mai voluto associare al calcio a Mondovì. Invece è successo. A Canale festeggiano i padroni di casa con la decisiva vittoria per 2-1. Al giovane gruppo della Monregale l’impresa non è riuscita e per i ragazzi di Michelotti ci sono solo lacrime e delusione.
Una stagione sciagurata per i colori bianco-rosso-blù, ma che arriva dopo altre due annate vissute sul filo di lana. A differenza del lavoro fatto sul settore giovanile il progetto della prima squadra è andato a incontro a tante, troppe difficoltà, nonostante lodevoli obiettivi quali la valorizzazione dei giovani e il controllo dei costi. Nel torneo 2018/2019 si è cominciato con l’addio di mister Davide Enrici in estate, le tante defezioni in rosa e l’avvio con un gruppo giovanissimo nelle mani di Giorgio Michelotti. E l’annata della Monregale era pure partita bene, ma presto sono venuti fuori i limiti delle rosa e gli aggiustamenti in corso d’opera non sono bastati a risollevare una situazione di classifica sempre precaria. Le riflessioni da fare sono tante (e ne faremo anche noi sulle colonne de “L’Unione Monregalese”) e ora, purtroppo, restano soltanto l’amarezza e un lungo lavoro di risalita da programmare.
La partita
Gara subito in salita per la Monregale: il Canale parte forte e sblocca il risultato già al quinto minuto con una conclusione ad incrociare di Lanzo. Per gli ospiti una conclusione di Massa Boa respinta dal portiere, poi una fase di leggera supremazia nella fase centrale della prima frazione. Ma il finale di tempo è tutto di marca canalese: salvataggio incredibile sulla linea di Cuniberti, ma uno scatenato Lanzo firma la doppietta al 43’. Buono l’inizio ripresa dei ragazzi di Michelotti, ma Tirari si divora l'occasione che avrebbe quantomeno riaperto i giochi. Generosi gli assalti finali della Monregale, anche se il gol non arriva e il Canale sfiora pure il tris in contropiede. Ultimo squillo al 39’ della ripresa: cross dalla destra e Mazouf tutto solo gira la palla in porta. La Monregale ci crede fino alla fine, ma il triplice fischio finale suona come una condanna.