Dopo settimane, è arrivata la notizia più bella: i ricoveri negli ospedali stanno diminuendo. Il numero dei casi gravi in terapia intensiva si è abbassato nell’ultima settimana, e anche a Mondovì e Ceva si cominciano a vedere i primi posti vuoti nei reparti covid e nella rianimazione. I numeri sono suscettibili di variazioni quotidiane, per cui preferiamo non riportarli: c’è il rischio che il dato, aggiornato a martedì 7 aprile, sia già superato nel momento stesso in cui state leggendo queste righe.
L'INCHIESTA – Mai così tanti decessi a marzo negli scorsi anni: oltre il 65% in più
Ricordiamo che attualmente a Mondovì sono stati attivati 42 letti per malati covid nei comparti di Medicina e altri 20 a Ceva, mentre in Rianimazione a Mondovì si era arrivati fino a 10 casi di pazienti intubati affetti da coronavirus e che necessitavano di ventilazione polmonare. Negli ultimi giorni alcuni di questi sarebbero stati dimessi e trasferiti nel reparto di Medicina. I casi in DEA in attesa sono molti meno della settimana precedente.
L’ULTIMO DATO A MONDOVÌ: 45 POSITIVI - Attualmente a Mondovì si contano 45 casi di cittadini residenti contagiati dal covid. Di questi, quasi la metà sarebbero persone che lavorano nel settore sociosanitario – principalmente infermieri oss delle Case di riposo del territorio.
Attualmente a Mondovì ci sarebbero 5 positivi fra il personale dell'ospedale: due infermiere del DEA e 3 di Medicina. A questi si vanno ad aggiungere vari operatori socio sanitari che lavorano nelle Case di riposo del territorio (3 al "Sacra Famiglia" di Mondovì)
Il sindaco Paolo Adriano lancia un allarme sulla circolazione delle auto in città, in incremento: «Stiamo monitorando gli accessi delle auto ai varchi di Mondovì e abbiamo notato che stanno aumentando: c’è troppa gente in giro. Il 1 aprile abbiamo contato 10 mila auto, il 2 aprile oltre 11 mila e il 3 aprile 14 mila. Quindi c’è una crescita notevole: non va assolutamente bene, significa che le persone hanno ricominciato a circolare, rischiando di vanificare lo sforzo dei cittadini che rispettano le norme e da 3 settimane sono in casa. Ma soprattutto rischiano di vanificare lo sforzo di chi sta lottando contro questa pandemia».
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