Villanova: “Ecco com’è andata”. La versione del Cda della Don Rossi

Il presidente della Casa di riposo, Don Giampaolo Laugero riassume in un comunicato la versione dei fatti della "Don Rossi" circa l'emergenza

Lunedì la Casa di riposo "Don Rossi" riapre i battenti. Intanto il Cda della Casa di riposo ha diramato un comunicato, circa la propria versione dei fatti su quanto avvenuto nelle scorse settimane di emergenza. Il presidente Don Giampaolo Laugero, autore del testo, ripercorre quanto avvenuto nella settimana che ha portato all'evacuazione, ripercorrendo i contatti avuti con le autorità sanitarie e le contromisure prese da direttore e personale.

Casa di Riposo “don Rossi” di Villanova: come sono andate le cose

«Finalmente, e in tempi abbastanza rapidi vista l’entità dei problemi, la Casa di Riposo “don B. Rossi” di Villanova riapre. La luce in fondo al tunnel è stata raggiunta, anche se con un numero ridotto di ospiti, visti i decessi avvenuti da un mese a questa parte. E proprio ai defunti, vittime perlopiù del Covid-19, e ai loro familiari va il nostro primo e commosso pensiero. Nel tunnel buio della pandemia si era entrati nella settimana successiva al 24 febbraio, quando il Direttore, in ottemperanza alle ordinanze emesse dal Ministero della Salute, restringeva fino all’osso le visite dei famigliari degli ospiti e interrompeva diverse attività comuni, fra cui le feste di compleanno, i laboratori, le stesse Messe settimanali. Una prima svolta si è avuta nella settimana fra il 15 e il 22 marzo, quando sono aumentati i casi dei febbricitanti e un’ospite donna, visitata al Dea dell’Ospedale e risultata positiva al Covid-19, è stata rimandata in struttura e lì collocata in camera di isolamento. La situazione ha cominciato a peggiorare decisamente nella settimana successiva, a partire da lunedì 23 marzo, quando il Direttore è stato costretto a casa per la febbre e altri sintomi negativi. Nel frattempo, già alcune Oss erano finite in malattia, per cui ci si è trovati improvvisamente con carenza di personale e simili ad una nave in un mare in tempesta con poco equipaggio e senza più il comandante. Immediatamente il Consiglio di Amministrazione (CdA) si è mosso. Il Presidente nella persona del sottoscritto don Laugero lanciava l’allarme sui giornali parlando di “situazione esplosiva” (Unione Monregalese del 23 marzo) e attraverso uno dei Consiglieri si stabiliva il contatto con le autorità sanitarie coinvolgendo nel problema anche il Comune di Villanova. Già lo stesso lunedì 23, al mattino, venivano avvisate l’amministrazione comunale e le autorità sanitarie, dettagliando loro la situazione, evidenziando soprattutto l’esigenza di un aiuto per la gestione della struttura “decapitata” nella sua guida. Intanto il giorno prima la signora ospite di cui si è detto moriva e due giorni dopo anche la Segretaria doveva rimanere a casa per malattia. Sia il Direttore che la Segretaria risulteranno positivi al tampone, come la stragrande maggioranza del personale. I contatti con le autorità, anche sanitarie, continuavano regolarmente per tutta quanta la settimana, invocando un aiuto, magari nella figura di un medico competente. Tale aiuto non è mai arrivato, né in questa né in altre forme! Di tutte le numerose telefonate il Consigliere addetto ha tenuto uno scrupoloso diario, ora messo in bella copia. Basterebbe richiedere i tabulati telefonici, anche quelli delle telefonate fatte dal Presidente, per accertarsi della veridicità di quanto scritto nel diario giornaliero e della costante premura del CdA per la situazione creatasi. Si è intanto giunti al giorno fatidico della chiusura della struttura e delle conseguenze della chiusura stessa, su cui non vogliamo entrare nel merito. Sta di fatto che, come Presidente, attrezzato di scafandro, mascherina, occhiali e guanti, mi sono recato domenica 29 sera presso la Casa di Riposo, dove ho incontrato OSS e infermiere distrutte dal lavoro, avendo coperto anche turni suppletivi, e alcuni malati gravi. Una signora, infatti, morirà durante la notte. Anche un’OSS giunta per il turno di notte ha dovuto tornare precipitosamente a casa per le peggiorate condizioni di salute. Di fonte ad una situazione in continuo deterioramento ho nuovamente contattato le autorità comunali che si sono rinvolte all’Unità Regionale di crisi. Di lì a un paio d’ore è giunto presso la struttura il dottor Raviolo che ne ha disposto l’evacuazione. Il giorno dopo veniva nominato il dottor Clerico come responsabile della gestione successiva. In stretta collaborazione con lui, il CdA ha lavorato intensamente per creare le condizioni atte alla riapertura della casa. Cosa ora avvenuta. Nel frattempo, il CdA ha anche nominato il dottor Clerico stesso, che intanto ringrazio per l’opera fin qui svolta, come “Direttore sanitario”. Concludiamo questa sintetica ricostruzione degli eventi rivolgendo un immenso grazie a tutto il personale per la dedizione e la generosità mostrata durante le difficili settimane precedenti la chiusura e ci auguriamo che la luce appena riaccesa non abbia più a spegnersi»

Il Presidente don Giampaolo Laugero, per il CdA della casa “don Rossi” 

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