Sveglia, mettersi davanti al pc in Dad (altrimenti pullman fino al Liceo delle Scienze Umane a Piazza), poi un pranzo veloce perché alle 14 e 30 c’è già il treno per il Lingotto. Quindi ecco la navetta che porta dritto a Vinovo, di modo di essere, alle 16, in campo. «Ci alleniamo un’oretta e mezza, poi torno in stazione e alle 19 e mezza scendo a Mondovì. A casa mangio e riposo un attimo. Lo studio? In treno o dopocena».
È la storia di una giornata tipo nella vita di Martina, che di cognome fa Magliano, ha 18 anni e vive a Rocca de’ Baldi. Da quando ne aveva 12 però è abituata a fare “avanti e indietro”, con la maglia bianconera della Juventus, squadra femminile. Di “professione” attaccante, ora spostata più sull’esterno, ma da sempre abituata a fare gol. Tanti gol. A gennaio di quest’anno – al termine di un periodo in cui, nell’ordine, ci sono stati un brutto infortunio, il lungo stop e, ciliegina sulla torta, l’arrivo della pandemia – giunge però la notizia più bella: la Juventus la richiama a casa, nella formazione Primavera (l’anticamera della prima squadra).
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