La comunità di Trinità ha dato il benvenuto al nuovo parroco, don Bruno Misuracchi

Il vescovo, che ha accompagnato il sacerdote: "Accogliete un fratello nella fede". Domenica 17 settembre, l'ingresso a Sant'Albano

La comunità di Trinità ha accolto oggi il nuovo parroco. Sabato 16 settembre, alle ore 17, sul sagrato della parrocchiale, il vescovo di Mondovì, mons. Egidio Miragoli, ha accompagnato don Bruno Misuracchi nel suo ingresso ufficiale in paese, dopo la nomina di qualche settimana fa. Il sacerdote assume l'incarico di parroco di Trinità, San Giovanni e Sant’Albano, dopo la scomparsa di don Pier Renzo Rulfo, avvenuta a dicembre 2022. Don Misuracchi, già direttore della Caritas diocesana, arriva dalla parrocchia di Margarita, dove ha guidato la comunità per 21 anni. Domenica, domenica 17 settembre, viene celebrata la Messa per il suo ingresso a Sant’Albano.

Numerosi i fedeli che hanno accolto il nuovo parroco e il vescovo sul sagrato della parrocchiale di Trinità e che hanno poi partecipato alla Messa di benvenuto.

“Accogliete un fratello nella fede, chiamato a servire gli altri fratelli”, l’indicazione del vescovo alle comunità affidate a don Bruno Misuracchi
«Nella introduzione a questa celebrazione si è detto che le comunità di Trinità, Sant’Albano e frazioni ricevono dal vescovo il loro nuovo parroco evidenziando il significato dell’evento con queste parole: “Nella successione e nella continuità del ministero si esprime l’indole pastorale della Chiesa, in cui Cristo vive e opera per mezzo di coloro ai quali il Vescovo affida una porzione del suo gregge”. Detto diversamente, in maniera più semplice: pur nell’avvicendamento dei parroci, resta salda ed evidente la continuità del servizio pastorale e la presenza costante di Cristo pastore, il quale opera attraverso colui che il vescovo manda. Insomma, cambiano le persone, per tanti motivi e tante circostanze, ma la continuità è data dal ministero garantito ai fratelli; nei gesti, nelle parole, nel servizio ai fratelli è Cristo stesso che oggi come ieri guida il suo gregge e se ne prende cura», ha spiegato il vescovo mons. Egidio Miragoli, presentando don Bruno Misuracchi quale nuovo parroco a Trinità, Sant’Albano e frazioni.

L’ingresso del parroco, tutt’altro che una formalità
«Queste parole aiutano tutti noi a vivere nella giusta luce, ovvero con sguardo di fede e con corretto atteggiamento spirituale, quanto stiamo vivendo – ha continuato il vescovo –: non una formalità di tipo giuridico, non l’esaltazione della persona e del suo ruolo, ma l’accoglienza di un fratello nella fede, mandato dal vescovo a rappresentarlo e a servire altri fratelli, l’inizio di un servizio pastorale che assicura, vi rende certi, della presenza di Cristo stesso. C’è, in tutto ciò, una ricchezza profonda, ancor più evidente in tempo di povertà: le comunità si accorpano, i sacerdoti sono sempre di meno, la loro età avanza, eppure, anche in condizioni simili, la continuità della presenza di Cristo “nel corpo che è la Chiesa” non si interrompe. Starei per dire, anzi, che nella difficoltà diventa più pura, più limpida, più nobile».

Il parroco, segno e trasparenza dell’amore di Cristo
«Il parroco, come del resto ogni presbitero o vescovo che svolge il ministero, ha esattamente la consapevolezza e la responsabilità di essere segno e trasparenza dell’amore di Cristo. Tante sono le incombenze che spettano a un sacerdote – basterebbe pensare a cosa significano le parole liturgia, catechesi, carità – ma il denominatore comune è la “carità pastorale”, l’assunzione dei sentimenti e dell’atteggiamento di Cristo buon pastore, che va in cerca della pecora perduta, che non spegne la fiammella tremolante, che vuole la salvezza di tutti. L’annuale gesto della lavanda dei piedi che ogni parroco compie nella liturgia del Giovedì santo è per lui il richiamo e il rimando riassuntivo al mandato ricevuto. Cari fedeli, è trascorso quasi un anno dalla morte inaspettata e repentina di don Pier Renzo, un anno che ha visto l’avvicendarsi di diversi sacerdoti, fino alla nomina del nuovo parroco don Bruno che oggi inizia il suo cammino con voi. Questo ritardo, se così si può dire, non è certamente segno di disattenzione nei vostri confronti. È solo il segno delle difficoltà inerenti alle vocazioni al sacerdozio di cui più volte ho cercato di rendere tutti consapevoli e cui ho appena accennato».

La parrocchia tra diritti e doveri
«Teoricamente, tutti i credenti hanno diritto ai beni della salvezza, ad avere un ministro di Dio che annunci il Vangelo, celebri l’Eucaristia e gli altri sacramenti; che ci siano fedeli che ancora lo desiderano sinceramente è altrettanto confortante – ha concluso il vescovo –. Ma concretamente nessuna comunità può accampare diritti più di un’altra, nessuna ha meriti o rivendicazioni da esibire. Su tutti, al contrario, incombe il dovere di alimentare la vita di fede nella propria famiglia, la responsabilità della preghiera perché i giovani chiamati al ministero presbiterale abbiano a rispondere positivamente, una fattiva presenza e collaborazione nei diversi ambiti della vita parrocchiale, evitando inutili e dannose divisioni, così che le poche forze in campo dei sacerdoti possano risultare più efficaci e meglio destinate. Questi sono gli atteggiamenti che ci permetteranno oggi e domani di far fronte alle necessità e alle difficoltà, di dare futuro alle nostre comunità A don Antonio Bergonzo che ha retto giuridicamente la parrocchia nei mesi scorsi e agli altri sacerdoti che lo hanno aiutato, tra i quali don Antonio Calandri e i padri di Fossano, al diacono Corrado Calcagno, il mio grazie per questa supplenza. A don Bruno e alle comunità che oggi gli vengono affidate, il mio augurio con le parole della liturgia, attraverso le quali chiedo al Signore che nelle comunità di Trinità, Sant’Albano, San Giovanni Perucca e Dalmazzi, “non abbia mai a mancare al gregge la sollecitudine del pastore e al pastore la docilità del suo gregge”».

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